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Il cielo sopra la Locride
Wim Wenders ha terminato le riprese di "Il volo", che racconta dei profughi che vivono in Calabria
di Redazione

L’annuncio era stato dato in piena estate, a ridosso delle ferie: il grande regista Wim Wenders avrebbe girato un corto in Calabria, per raccontare la storia di accoglienza di immigrati, profughi e richiedenti asilo.
La cosa è già diventata realtà. Wim Wenders ha appena concluso le riprese, il film si chimerà “Il Volo” e i protagonisti sono Ben Gazzara (nelle vesti del sindaco di Badolato) e Luca Zingaretti (che interpreta il Prefetto). La storia raccontata da Wenders è vera, ed è l’altro volto dell’Italia di fronte agli sbarchi di immigrati. Era 1996 quando sulle coste dello Jonio approdò la nave Ararat, carica di quasi mille curdi in fuga dalle persecuzioni etniche. Uno sbarco enorme. L’allora sindaco di Badolato, Gerardo Mannello, pensò che quello sbarco poteva non essere solo un problema politico e di gestione. Badolato mise in campo una solidarietà di massa, accogliendo gran parte dei curdi profughi. E così facendo, ripopolò le sue case, da anni «in vendita». Accoglienza e turismo, botteghe equo-solidali, tavernette e laboratori di ceramiche e tessitura: il modello piace talmente che anche Riace lo copia. Oggi Riace ha 100 persone con asilo politico o protezione umanitaria su 700 abitanti. La favola doveva essere questa, documentata da Wenders in 3D e cofinanziata dalla Regione Calabria.
Ma quando Wenders ha incontrato davvero i rifugiati che vivono qua, i piani sono cambiati. Wenders ha voluto inserire anche delle scene di vita vera, in presa diretta, con interviste ai piccoli rifugiati afghani che vivono a Riace e al sindaco del comune della locride, Domenico Lucano. «Una conclusione da ‘favola vera’», scrive Redattore Sociale, che ha seguito le riprese (sul sito anche le immagini delle riprese), «dopo che l’incontro tra Lucano e la troupe non era stato dei migliori. Il sindaco infatti si era battuto per fare avere un compenso ai rifugiati che lui stesso aveva accompagnato sulla spiaggia per la scena dello sbarco, portandoli all’alba con due autobus dalla costa jonica a Scilla. La produzione infatti non aveva previsto di pagare le comparse, né gli italiani né gli stranieri. Ma grazie alle proteste di Lucano, i ‘suoi’ rifugiati hanno ottenuto una piccola somma come rimborso per la fatica di avere atteso con i bambini sulla spiaggia per un giorno intero».
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