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Quel biglietto di Nenni a Paolo VI. Parole di un altro mondo

di Redazione

Non si finisce mai di scoprire la grandezza umana di Paolo VI. La biografia di Andrea Tornielli (Paolo VI, l’audacia di un Papa, Mondadori) è una miniera di frammenti preziosi. Uno degli episodi meno noti e rivelativi dello stile di Montini è lo scambio di biglietti “privati” con il leader socialista Pietro Nenni. È il 1966: il noto dirigente politico, di formazione laica e anticlericale, perde la moglie Carmen. Il giorno di Pasqua, 10 aprile, riceve questo biglietto dal Papa: «Onorevole Signore! Mi sia consentito, in questo giorno di luce, di mandarLe un amichevole saluto, che conforta un po’ la sua solitudine, e converta il ricordo in speranza (…) Paulus PP VI». Nenni risponde con una breve lettera: «Santità, Le sono profondamente riconoscente del Suo saluto amichevole e della Sua parola di conforto. Ne ho bisogno nella disperazione in cui mi ha precipitato la morte della donna diletta con la quale la vita s’era composta in unità indissolubile per quasi sessant’anni. Accolga, Santità, il mio rispettoso ossequio. Suo Pietro Nenni». Una corrispondenza riservata, fuori dal chiasso dei media e dalle miserie della politica. La delicatezza di un papa che ha a cuore le singole persone, oltre la coltre delle ideologie. L’umanità di un “avversario” che parla in quel tenerissimo modo – “unità indissolubile” – della sua donna diletta?

FRATELLI COLTELLI
Nuovi veleni nei rapporti fra il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, e l’ex direttore di Avvenire, Dino Boffo. Questi nella sua lettera di dimissioni aveva sbottato contro «qualche vanesio che ha parlato a vanvera», riferendosi alla fatidica intervista al Corsera in cui Vian aveva preso le distanze dal quotidiano della Cei. Ora un enigmatico articolo del Giornale (19 settembre) svela alcuni presunti “retroscena” vaticani. La campagna contro Boffo è presentata come un provvidenziale contributo alla “pulizia” morale che il papa sta cercando di fare dentro la Chiesa. Niente di veramente nuovo se non la firma dell’articolo: Diana Alfieri. Nome fittizio che, secondo il vaticanista Sandro Magister, nasconde «l’ispiratore ultimo dell’articolo, cioè Giovanni Maria Vian».

ipse dixit
Gli uomini del nostro tempo, quando ci incontrano, vogliono vedere quello che non vedono da nessun’altra parte.

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