Non si finisce mai di scoprire la grandezza umana di Paolo VI. La biografia di Andrea Tornielli (Paolo VI, l’audacia di un Papa, Mondadori) è una miniera di frammenti preziosi. Uno degli episodi meno noti e rivelativi dello stile di Montini è lo scambio di biglietti “privati” con il leader socialista Pietro Nenni. È il 1966: il noto dirigente politico, di formazione laica e anticlericale, perde la moglie Carmen. Il giorno di Pasqua, 10 aprile, riceve questo biglietto dal Papa: «Onorevole Signore! Mi sia consentito, in questo giorno di luce, di mandarLe un amichevole saluto, che conforta un po’ la sua solitudine, e converta il ricordo in speranza (…) Paulus PP VI». Nenni risponde con una breve lettera: «Santità, Le sono profondamente riconoscente del Suo saluto amichevole e della Sua parola di conforto. Ne ho bisogno nella disperazione in cui mi ha precipitato la morte della donna diletta con la quale la vita s’era composta in unità indissolubile per quasi sessant’anni. Accolga, Santità, il mio rispettoso ossequio. Suo Pietro Nenni». Una corrispondenza riservata, fuori dal chiasso dei media e dalle miserie della politica. La delicatezza di un papa che ha a cuore le singole persone, oltre la coltre delle ideologie. L’umanità di un “avversario” che parla in quel tenerissimo modo – “unità indissolubile” – della sua donna diletta?
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