Welfare

140mila euro di risarcimento per suicidio, il conto al ministero

di Redazione

Prendersi cura dei corpi delle persone
Il ministero della Giustizia dovrà pagare 140mila euro di risarcimento ai familiari di un detenuto che, sette anni fa, si tolse la vita in carcere con una bomboletta di gas. «Deve ritenersi», ha scritto il giudice, «che, in uno Stato di diritto, quanto maggiore è il potere attribuito all’istituzione di comprimere la libertà personale dell’individuo affidatogli, tanto maggiore è l’obbligo dell’istituzione di prendersi cura quantomeno del corpo della persona soggetta al potere stesso». Allora, anche la vicenda del detenuto tunisino morto in seguito a uno sciopero della fame va rivista, perché è vero che rifiutandosi di mangiare una persona esprime una sua scelta di libertà, ma è altrettanto vero che chi sta in carcere vive in condizioni particolari, e ha bisogno di essere seguito e aiutato.

Le carceri devono diventare fornace di legalità
«Le carceri devono diventare fornace di legalità e non fusione di criminalità»: a usare questa efficace immagine è Enrico Sbriglia, direttore del carcere di Trieste, che aggiunge: «Noi direttori e dirigenti crediamo come tanti in una giustizia certa, ma non vendicativa, in una giustizia puntuale e che pretende il pagamento dei debiti, ma che è pure compassionevole. Esigiamo che le persone costrette alla pena utilizzino il tempo della stessa per non specializzarsi ulteriormente nella ideazione e commissione dei crimini, ma che imparino a lavorare con il sudore della fronte».
Più mitezza al primo reato
Vivendo sempre più spesso fianco a fianco con ragazzi incarcerati per la prima volta, sono gli stessi detenuti più “esperti” a invitare ad avere una particolare attenzione per chi è al primo reato, come suggerisce Jovica Labus, detenuto che chiede non per sé, ma per i compagni più giovani e inesperti, una giustizia più mite: «Servirebbe un’attenzione particolare per chi è in carcere per la prima volta, ci sono tanti ragazzi giovani, immigrati ma anche italiani, che avrebbero bisogno di essere aiutati a uscire in tempo da certi giri, io personalmente non capisco che senso abbia che un uomo al primo reato debba farsi tutta la galera: dategli presto la possibilità di ricostruirsi una vita».

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