«Sto parlando del mezzo milione circa di newyorkesi che sono dipendenti delle organizzazioni non profit. La nostra città conta oltre 40mila gruppi non profit e in questo momento molti hanno di fronte sfide doppie: le risorse che si stanno assottigliando e l’aumento della richiesta dei servizi che forniscono».
Così parlò Michael Bloomberg, sindaco di New York, nell’aprile scorso. Il primo cittadino della Grande Mela lanciò in quell’occasione l’operazione chiamata «Greater New York». Quali i punti caratterizzanti? Ridurre i costi flessibili delle non profit con l’acquisto all’ingrosso e in gruppo delle materie e dei servizi, in modo da usufruire di prezzi più bassi; rendere il sistema degli appalti della City più snello, più facile da navigare e più responsabile; accelerare i pagamenti da parte dell’amministrazione pubblica. Nell’ambito della stessa operazione, il sindaco ha aumentato il monte prestiti senza interessi fino al 150%, portando il totale a 20 milioni.
Bloomberg ha lanciato anche l’idea di un link con il profit finanziario, per aiutare le non profit a rafforzare il proprio management e a produrre di più con meno. Infine, grazie a nuovi fondi per avviare partnership tra pubblico e privato, è stata tra l’altro varata l’operazione «Million Trees NYC» con l’obiettivo di piantare un milione di alberi entro il 2017.
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