Welfare

Sinodo: ingiuste le condizioni degli africani in Libia

Lo ha detto il vicario apostolico di Tripoli, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli

di Redazione

A descrivere le condizioni drammatiche dell’immigrazione in Libia è il vicario apostolico di Tripoli, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli. «Molte donne fatte venire nel Paese, sono costrette alla prostituzione e alla schiavitù. Tutti gli immigrati illegali rischiano il carcere, la deportazione o, peggio ancora, non hanno accesso né all’assistenza legale né ai servizi sanitari».

Si parla di immigrazione dall’Africa al Sinodo dei vescovi del continente a sud del Mediterraneo in corso a Roma. E oggi è stato il turno del vicario in Libia, Paese crocevia dei flussi migratori verso l’Europa dall’Africa sub-sahariana.

«Sappiamo» ha detto mons. Martinelli «che nel contesto africano vi sono più di dieci milioni di sfollati, di migranti che cercano una patria, una terra di pace. Il fenomeno di questo esodo rivela un volto d’ingiustizia e di crisi sociopolitica dell’Africa. In Libia viviamo tutta la tragedia di questo fenomeno, venire in Libia per essere respinti dall’Europa». «Vi sono migliaia di immigrati» ha detto il rappresentante della Chiesa in Libia «che entrano in Libia ogni anno, provenienti dai Paesi dell’Africa sub-sahariana. La maggior parte di questi fugge dalla guerra e della povertà del proprio Paese e arriva in Libia, dove cerca un lavoro per aiutare la famiglia oppure un modo per andare in Europa nella speranza di trovarvi una vita migliore e più sicura». «Molti di loro» ha aggiunto «si sono lasciati ingannare dalle promesse di un lavoro ben retribuito e si trovano costretti a svolgere lavori mal pagati e pericolosi oppure non ne trovano affatto».

Mons. Martinelli ha spiegato che la chiesa è impegnata nell’accoglienza dei migranti che provengono tutti dall’Eritrea, dalla Nigeria sono etiopi, sudanesi, congolesi. «L’immigrazione» ha aggiunto ancora «è’ per molti una tragedia, soprattutto perché fatta oggetto di traffico, sfruttamento (le donne in particolare) e del disprezzo dei diritti umani». Quindi il vicario apostolico ha sottolineato che l’attività caritativa della Chiesa verso gli immigrati «la rende credibile in un contesto sociale e culturale musulmano», e che si tratta di una Chiesa «che vive il dialogo della vita con molti musulmani!.

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