Cultura
Il sesso coniugale la purezza sulla pelle
quando piacere e dovere si incontrano
di Redazione

L’atto in sé è il risultato
di un sentimento d’amore,
nulla è però lasciato al caso. Prima dell’incontro amoroso, infatti, entrambi i coniugi si sottopongono a un doveroso rito preparatorio…di Rassmea Salah
Molti penseranno che nella religione islamica la sessualità sia un tabù da non trattare. Niente di più falso. Del sesso si parla e si scrive in modo del tutto disinibito, senza né vergogne né timori. A patto che, ed è questa l’unica clausola che vi consente di accedere a tale dimensione, rientri nel contesto matrimoniale.
L’Islam nutre un vero e proprio culto verso la sessualità, ne delinea dei codici di comportamento e delle regole ben chiare e parla sempre di reciprocità nel soddisfare i bisogni del proprio partner. Nelle private conversazioni “da donna”, nella cerchia delle sorelle o cugine sposate, non si fa certo uso di metafore. E ci si confida i segreti più intimi, dalle reciproche esigenze alle proprie aspettative, fino al soddisfacimento (o meno, sigh!) delle stesse.
La percezione della virilità di un uomo presso le proprie confidenti, infatti, passa esclusivamente attraverso questi racconti. Motivo per il quale ogni donna innamorata e orgogliosa del proprio marito lo elogia condendo il tutto con particolari veri o presunti. Quasi facendo a gara per vincere la fascia di “miss detentrice del marito migliore”.
L’uomo non è da meno, è tenuto a depilarsi le zone ascellari e inguinali per una più profonda igiene e pulizia ed è tenuto a presentarsi alla donna pulito e profumato, con particolare attenzione alla barba che non deve essere né lunga né ispida, bensì morbida e curata, in modo da non irritare la pelle della donna.
Tanto per l’uomo, quanto per la donna, l’incontro coniugale deve essere piacevole attraverso tutti e cinque i sensi.
«Le vostre spose sono per voi come un campo», recita il Corano (II, 223). L’uomo è l’agricoltore che deve ararlo con amore, cura e devozione se vuole che la sua terra dia i frutti sperati. Non si tratta solo di gettare il seme della procreazione. Si tratta invece di seminare nella stagione giusta e di coltivare il campo rispettandone le esigenze e le tempistiche. Il rapporto sessuale fra due sposi è come quello fra un agricoltore e il suo terreno: imprescindibile e necessario.
I rapporti carnali fra una coppia implicano un insieme di regole non scritte alla base delle quali vi è il principio della reciprocità. Non è moralmente né religiosamente accettabile per un marito soddisfare solo le sue naturali esigenze ignorando le necessità di sua moglie. Commetterebbe in tal caso un peccato e nello stesso tempo priverebbe la donna di un suo diritto fondamentale.
Agli occhi di Dio il sesso può diventare addirittura “sadaqa”, ricompensa, nel momento in cui si pensa di compiacere Dio nell’atto di prendersi cura del proprio partner, quando – in altre parole – il sesso non rappresenti solo una gratificazione fisica individuale, bensì un’unione di anime e di cuori.
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