Con quelle facce un po’ così, quell’espressione un po’ così… di chi fa musica solo per passione. Franco Boggero e Augusto Forin hanno molte cose in comune. Innanzitutto, sono genovesi. Ascrivibili quindi a quel sempre fertile filone che qualcuno chiama scuola genovese, ma che molto più semplicemente è una tradizione, un valore culturale di quella città, esattamente come i palazzi di Strada Nuova o il pesto. In secondo luogo, esordiscono sul mercato discografico passati i cinquant’anni. Boggero è uno storico dell’arte. Forin un creativo in uno studio di grafica. Da anni suonano (anche insieme), fanno concerti, scrivono canzoni, per il puro piacere di farlo. E il loro tardivo approdo discografico risente di questo approccio: piacere, divertimento, ironia, intelligenza. Franco Boggero con Lo so che non c’entra niente, distilla piccoli quadretti quotidiani conditi di riflessioni acute, testi curati, arrangiamenti spruzzati di jazz. L’Aspirina metafisica di Forin guarda molto al Sudamerica come atmosfere musicali, si muove su testi ironicamente intimisti e su una accogliente piacevolezza di ascolto. Un po’ di Genova per noi. Meglio tardi che mai.
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