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Amnesty international: piscine per le colonie, gocce per i palestinesi
Secondo un report di AI, nelle colonie si consuma 20 volte la quantità d'acqua per abitante di quella concessa ai palestinesi che vivono nelle zone limitrofe
di Redazione
Amnesty International accusa Israele di negare ai palestinesi dei Territori una quantità sufficiente di acqua potabile «mantenendo un controllo totale sulle risorse comuni e mettendo in pratica politiche discriminatorie». In un rapporto, Donatella Rovera, responsabile di Amnesty per Israele ed i Territori palestinesi, afferma che «Israele lascia che i palestinesi abbiano accesso unicamente ad una parte delle risorse idriche comuni, situate soprattutto in Cisgiordania, mentre le colonie israeliane illegali ne ricevono quantità praticamente illimitate». In alcune regioni della Cisgiordania nelle colonie si consuma 20 volte la quantità d’acqua per abitante di quella concessa ai palestinesi che vivono nelle zone limitrofe.
«Piscine, prati ben innaffiati e vaste distese agricole nelle colonie contrastano con i villaggi palestinesi vicini i cui abitanti devono battersi quotidianemente per assicurarsi la quantità di acqua di cui hanno bisogno». Secondo Amnesty sarebbero tra i 180mila ed i 200mila i palestinesi che non hanno accesso all’acqua corrente nelle loro case in Cisgiordania. «L’acqua è una necessità di base ed un diritto», sottolinea Amnesty nel rapporto.
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