Non profit
La mia bici al galoppo in città, sberleffo alle mamme col suv
io, per esempio
di Redazione

di Carlotta Jesi
Trotto o galoppo, ragazzi? Galoppo, ovvio. Per il cronico ritardo. Perchè quando mai un cowboy va al trotto. Per il “cloppete cloppete cloppete” che schiocca in bocca ai bambini, rap e peana dell’intera giornata.
La mia bici è un cavallo. A tre posti. A inquinamento zero, a basso costo e alto tasso di divertimento, che si tratti di sfrecciare all’asilo – con pc, sacca di baby-judo e coccodrillo di peluche attaccati al manubrio ? o di andare al cinema in una di quelle sere di primavera che Milano ti sembra profumi e zigzaghi imprudente sulle rotaie del tram.
Peccato solo che le sue bici, gialle e scintillanti, non siano attrezzate con i seggiolini. Il carsharing è un mezzo flop, il bikesharing un mezzo pubblico. Uno strumento di fitness che costa meno di qualsiasi abbonamento in palestra e anche un elegante strumento di vendetta: sai la soddisfazione di fare il pelo al Suv di una mamma parcheggiata sulle strisce e scomparire in un baleno dal suo campo visivo? Bruci il semaforo e il suo stile di vita allo stesso tempo.
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