Non profit
Iran ha bocciato proposta Aiea
Lo affermano fonti diplomatiche europee e statunitensi citate dal New York Times.
di Redazione
L’Iran ha comunicato all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) un “sostanziale rifiuto” della proposta di arricchire l’uranio necessario per alimentare i suoi impianti nucleari all’estero. Né Teheran né l’Aiea hanno rivelato in modo ufficiale i contenuti della risposta che Teheran ha consegnato ieri all’agenzia Onu di Vienna, ma le fonti del NYT sostengono che la Repubblica islamica abbia detto ‘no’ al punto centrale della proposta Aiea, che prevede l’invio del 75 per cento delle sue riserve di uranio arricchito al 5 per cento alla Russia, che lo arricchirebbe fino al 19,75 per cento, livello utile solo a scopi civili. Una fonte europea ha definito la risposta di Teheran come un “sostanziale rifiuto” della proposta Aiea.
“Il punto chiave è che l’Iran non è d’accordo ad esportare il suo uranio a basso livello di arricchimento – ha detto la fonte – E questo non è un dettaglio marginale, ma è il punto centrale dell’accordo”. Più cauta, ma non ottimista, la posizione delle fonti Usa, secondo le quali non è ancora chiaro se la risposta dell’Iran sia definitiva.
“Aspettiamo chiarimenti alla risposta iraniana”, ha detto Michael Hammer, portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza. L’ipotesi di un rifiuto di Teheran era già nell’aria, tanto che, scrive sempre il NYT, il direttore dell’Aiea si è recato segretamente a Washington nei giorni scorsi per discutere con l’amministrazione Usa delle conseguenze di questa eventualità. Il presidente Barack Obama, inoltre, ha telefonato nel fine settimana all’omologo russo Dmitri Medvedev e al francese Nicolas Sarkozy, cercando di mantenere un fronte unito nel trattare il dossier nucleare iraniano.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.