Welfare
Forum Ambrosetti: una risorsa economica
La cronaca della prima giornata del Forum di Stresa, in cui sono intervenuti, tra gli altri, Aldo Bonomi e Marco Trabucchi
di Redazione
di Lorenzo Alvaro
STRESA – Gli anziani al centro della vita economica del Paese. Questo uno dei punti di partenza del “Forum terza economia: sempre più valore della terza età”, che si aperto oggi al Grand Hotel di Stresa. Numerose le presenze alla prima giornata di lavori, aperta da Carlo Ferri, presidente della Fondazione onlus socialità e ricerche, organizzatrice dell’evento con The European House Ambrosetti :“un quarto della popolazione italiana ha più di 60 anni, e nel 2025 gli ultrasessantenni arriveranno al 40%”, ha riportato Ferri nella sua introduzione.
Marco Trabucchi, direttore scientifico del gruppo di ricerca geriatrica e presidente del comitato scientifico della Fondazione, ha poi fatto un quadro sulla situazione dell’invecchiamento, sottolinendo l’importanza dell’invecchiamento attivo: “da diverse ricerche e pubblicazione internazionali, è dimostrato che il processo d’invecchiamento modificabile”, spiega Trabucchi. “Se l’anziano si attiva, processo invecchiamento viene risolto tenendo conto che ogni anziano ha delle peculiarità individuali da valorizzare”. All’intervento di Trabucchi è seguito quello di John Edward Morley, professore di gerontologia alla Saint Louis University, che ha cercato di dimostrare con esempi di artisti e musicisti come in realtà l’invecchiamento possa essere visto in una visione del tutto diversa: “molti artisti in tarda età hanno realizzato opere a volte migliori delle precedenti”, ha sottolineato Morley.
L’intervento cardine della prima giornata è stato quello di Aldo Bonomi, direttore del consorzio Aaster e della rivista Communitas, che ha individuato tre situazionidella vita dell’anziano partendo da un dato: comunità e famiglia non c’entrano più nulla con quelle di una volta. “Siamo arrivati a società dell’individualismo compiuto”, ha affermato Bonomi, “in mancanza di un welfare adeguato c’è un primo blocco chiamato società di cura, composto da un pezzo di welfare del ‘900 comprendente medici e insegnanti, che che si va a sommare alle imprese sociali e ai sindacati. Che a loro volta devono contaminare di più il volontariato, dove manca ancora esperienza e professionalità, ma riveste un ruolo positivo che va in aiuto all’anziano”.
“Una seconda categoria, più rischiosa, è la comunità del rancore”, ha aggiunto Bonomi, “gli anziani si chiudono in sè stessi, sono rancorosi verso la realtà: è l’attività che a questo punto può eliminare la loro emarginazione”. Ma non ci sono solo due poli: “un terzo è la comunità operosa, con i 10 grandi gruppi economici, 4.500 medie imprese, 6 milioni di lavoratori autonomi, è lì che si devono inserire gli anziani”
Successivamente, Claudio De Vincenzi, professore di economia politica all’Università Sapienza di Roma, ha presenzato lo studio “terza economia: sempre più valore alla terza età”, dove l’anziano non è visto come anziano terza età ma anche alla luce di altri fattori come l’aspettativa di pensionamento.
Infine, la seconda parte della giornata è stata dedicata alle aziende: hanno preso la parola Tiziana Bernardi di Unicredit banca, Gianluca Formenton di Banca popolare romagna e Vittorio Zandomeneghi di Manpower.
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