Non profit

A Milano il pediatra è a piccole dosi

di Redazione

Allarme pediatri. Questa volta non c’entra la pandemia. Il problema è che a Milano i medici pediatri stanno diventando più unici che rari. Per questo motivo la Croce Rosa Celeste ha chiuso il proprio servizio di visite pediatriche a domicilio. Una storia gloriosa quella dell’associazione di volontariato che per 25 anni ha garantito assistenza ai più piccoli e che ha dovuto smettere per una difficoltà a quanto pare insormontabile. «Svolgiamo da sempre attività di soccorso sanitario generale e di assistenza all’infanzia», spiega Riccardo Berlonghi, presidente della Croce Rosa Celeste, «il servizio pediatrico si è inquadrato 25 anni fa nella volontà di dare un servizio, a Milano e nel suo hinterland, che si facesse carico di qualcosa che non c’è nell’offerta statale». Essendo privato il servizio non è considerato guardia medica e dunque non rientra in quella categoria che gode di un contratto di assoluta esclusività con gli enti universitari e che permette di avere in servizio medici specializzandi.
«Non si può pensare che su tutta Milano i posti per gli specializzandi siano solo sei. Si tratta di una carenza sistemica aggravata dalla riforma della Scuola di specialità che li ha confinati negli ospedali vietando loro i turni di guardia medica privata», aggiunge Berlonghi. Nonostante la disponibilità e l’interessamento sia del Comune che della Scuola di specialità, non è stato possibile trovare una soluzione. Da oggi non mancano solo i pediatri ma anche un servizio storico meneghino. (L.M.A.)

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.