Welfare
In Emilia Romagna spuntano i “Dico di fatto”
La finanziaria approvata dalla Giunta toglie la famiglia dai criteri usati per stilare le graduatorie per accedere ai servizi di welfare
di Redazione
La finanziaria approvata dalla Giunta della Regione Emilia Romagna, che dovrebbe diventare legge entro Natale, apre l’accesso ai servizi sociali e alle prestazioni sanitarie senza porre differenze tra coppie sposate e coppie di fatto. Niente più graduatorie che considerano la famiglia: per AVVENIRE, che riporta oggi la notizia, è la prima attuazione dei Dico senza i Dico, bollata come «un ragù all’emiliana». Pierpaolo Donati, docente a Bologna e presidente dell’Osservatorio per la famiglia, spiega in realtà che i dico non c’entrano, «è l’ottica ideologica della giunta che rende la famiglia irrilevante agli effetti delle politiche di welfare». I servizi sociali quindi verranno erogati indipendentemente dalla famiglia in cui si vive, «il che comporterà effetti perversi di discriminazione verso le famiglie».
Di spalla due interviste. La giurista Lorenza Violini ribadisce che è incostituzionale l’equiparazione tra famiglia legittima e convivenza di fatto, mentre Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari parla di «menzogna giuridica» e sottolinea come il pensare che un favor familiae sia discriminatorio e quindi cenusrabile significhi sostenere «che la famiglia, attraverso la sua identità giuridica, non abbia più, o non debba più avere, rilevanza sociale».
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