Le cooperative sociali possono essere di tipo A, orientate all’offerta di servizi (circa il 60% del totale), e di tipo B, orientate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Alla fine del 2005, secondo l’Istat, le coop sociali attive in Italia erano circa 7.400, con 244mila lavoratori retribuiti, la maggior parte dei quali dipendenti, e 34 mila non retribuiti, in maggioranza volontari. Rispetto al 2003, quando si era svolta un’altra rilevazione, il personale operante nelle cooperative sociali è aumentato complessivamente del 26,2%; le persone svantaggiate operanti del 27,8%. Dal punto di vista economico, hanno registrato nel complesso circa 6,4 miliardi di euro di valore della produzione. Si tratta di realtà d’impresa di dimensioni medio-piccole. Poco meno della metà ha dichiarato un importo dei ricavi inferiore a 250 mila euro; il 19% tra 250 e 500 mila euro, il 17% tra 500 mila e 1 milione di euro e il 20% circa uguale o superiore a 1 milione di euro. I settori di attività prevalenti sono, per le coop di tipo A, l’assistenza domiciliare e assistenza sociale, soprattutto a favore di minori; per le coop di tipo B, l’inserimento lavorativo riguarda soprattutto i disabili.
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