Durante la degenza, inoltre, per un terzo dei ricoverati si assiste «a un peggioramento dello stato nutrizionale». La «corretta alimentazione è uno straordinario fattore di salute», ha ricordato Martini, «e la nutrizione va inserita nei percorsi di diagnosi e cura. Una non corretta gestione del paziente dal punto di vista nutrizionale può determinare complicanze e quindi una “malattia nella malattia”». Al ministero un gruppo di studio è incaricato di mettere a punto le Linee guida per la ristorazione ospedaliera e assistenziale (nelle 1.200 strutture ospedaliere si erogano 240 milioni di pasti l’anno), che dovranno vertere sulla centralità del paziente, il rispetto delle sue esigenze nutrizionali, l’utilizzo di prodotti del territorio di alta qualità, «favorendo, ove possibile, la convivialità». Il sottosegretario si è anche impegnata a rafforzare le Unità operative di Dietetica e nutrizione clinica.
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