«Sono un modello di sostenibilità ambientale ed economica. Per questo dobbiamo rilanciare il sistema delle cascine». Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del territorio al Comune di Milano, è un sostenitore convinto del progetto. «Dobbiamo essere grati a tutte le persone che in questi decenni le hanno tenute come luoghi vivi. Loro sono un modello di riferimento per la progettazione del futuro».
Il futuro, appunto. Lei come s’immagina quello delle cascine milanesi? «Innanzitutto lo vedo strettamente legato alla loro origine. Quindi come luoghi connessi con un’attività agricola, laddove ovviamente è possibile». Ma ci sono cascine che nel frattempo hanno ospitato opere sociali. Anche quello è un modello? «Il bello delle cascine è anche aver dato casa a questa fluttuazione di esperienze diverse. Ho sempre in testa l’esempio meraviglioso del Nocetum. Comunque penso che la via prioritaria sia quella del rilancio delle attività agricole».
Si è anche parlato di cascine come strutture di ricettività low coast. È d’accordo? «Dobbiamo pensarci. Si può pensare a residenze temporanee. Certamente vedo bene attività di ospitalità legate all’attività agricola. Ad esempio dei bed&breakfast che possano essere di sostegno a un’attività poco redditizia come quella nei campi».
Il progetto «Cascine» nasce in prospettiva dell’Expo. Può essere una spinta che ne accelera la realizzazione? «Non ho dubbi. Il tema dell’Expo è un grande volàno per progetti come questo. L’obiettivo è rendere più attrattivo il nostro territorio, e le cascine in questo possono avere una funzione straordinaria».
Ultima domanda: il progetto «Cascine» nasce dalla passione e della mobilitazione di soggetti sociali e di professionalità attivi in città. Un buon modello di collaborazione tra cittadini e amministrazione? «Sono entusiasta di come è maturato questo progetto: tante professionalità che si sono giocate gratuitamente per un bene collettivo. Dico che, comunque vadano le cose, questa una case history che dovremo raccontare».(G.F)
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