Non profit

Focsiv: nessun finanziamento, nessun accordo

Non è possibile chiedere ai Paesi poveri di partecipare alle iniziative contro il climate change senza stanziare finanziamenti dicono tre organizzazioni internazionali

di Redazione

In occasione del vertice sul clima che si apre oggi a Copenaghen la FOCSIV in quanto membro italiano della Cidse, la rete delle agenzie di sviluppo della Chiesa cattolica in Europa e Nord America, presenta un nuovo documento politico realizzato insieme a due altre grandi reti, Aprodev (l’Associazione che raggruppa 17 grandi organizzazioni europee di aiuto umanitario e allo sviluppo che lavora a stretto contatto con il Consiglio Mondiale delle Chiese) e Caritas Internationalis.

“Nessun nuovo finanziamento… Nessun accordo!” è il titolo del documento (scarica il Pdf a sinistra), con il quale le tre organizzazioni «chiedono con urgenza all’Ue di affermare con chiarezza che le sue proposte riguardo alle azioni di mitigazione che i paesi in via di sviluppo dovrebbero intraprendere, sono collegate a finanziamenti da parte dei paesi avanzati – finanziamenti che saranno controllati, riportati e verificati, e che copriranno sia i costi per la formazione di capacità sia i costi incrementali per l’azione a favore del clima».

«Questo ulteriore documento approfondisce la questione dei finanziamenti necessari per affrontare i cambiamenti climatici da parte dei paesi più poveri» spiega nell’introduzione il Segretario Generale della FOCSIV, Sergio Marelli. «Sono infatti sempre loro al centro della nostra attenzione nelle grandi battaglie globali, loro che spesso oltre a pagare le conseguenze maggiori di politiche miopi e irresponsabili, potrebbero essere chiamati a sostenerne i costi maggiori. Di giorno in giorno variano le aspettative sul Vertice, ma partecipiamo a questo appuntamento con la fermezza necessaria per pretendere dalla comunità internazionale un cambiamento di rotta, auspicando, come primo risultato, un accordo vincolante che si sostituisca al Protocollo di Kyoto e che dia lo spazio politico e gli strumenti necessari ai paesi più poveri per affrontare la sfida del cambiamento climatico».

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