Non profit

Donarlo è fondamentale, ma meglio se lo fa un altro

Il Cns presenta l'indagine Italian Blood

di Redazione

Trasfusione di sangue? Ancora 1 italiano su 2 la ritiene rischiosa. Donare il sangue? Tutti d’accordo sull’altruismo del gesto, meglio però se a farlo è un altro.

Questi chiari input emergono dalla ricerca su italiani, donazione e trasfusione, promossa dal Centro nazionale sangue e condotta dal centro di ricerche no profit Observa Science in Society. L’indagine (pubblicata sul sito del Cns) è stata realizzata tra ottobre 2008 e settembre 2009, prima utilizzando le tecniche del focus group e del monitoraggio mediale, poi ricondotte ad analisi quantitativa con somministrazione di questionario telefonico su un campione di oltre 1000 persone, quale rappresentativo della popolazione residente in Italia con età compresa tra i 18 e i 65 anni (la fascia anagrafica potenzialmente idonea alla donazione).

Cos frena gli italiani dal donare? In testa la pigiriza 40,5%), in pratica quelli che… “il sangue te lo darei, ma devi venirmi a trovare vicino casa, meglio se al lavoro”. Seguono gli emotivi (36,2%): forti, sani e consapevoli del bisogno sistematico di sangue, loro “non possono farcela a vincere la paura dell’ago”. Infine gli scettici e disinformati (22,4% nel complesso) hanno qualche reticenza o brutto ricordo delle frequentazioni in ambiente sanitario e l’accoglienza non proprio a 5 stelle di alcuni operatori li scoraggia dal ritornare una seconda volta.

Sulle trasfusioni di sangue, invece, il 49,8% ritiene che siano rischiose. Il problema del sangue infetto, che ha fatto vittime prima che a partire dagli anni 90 venissero applicati gli standard di sicurezza internazionali contro virus e malattie trasmissibili, sembra incidere sull’immaginario anche di coloro che non ne hanno avuto diretta esperienza. La causa è forse la suggestione trasmessa dallo spazio che la cronaca riserva ai casi anche vecchi di “malasanità”: quasi la metà della cronaca sul “sangue” dei passati 10 anni è dedicata infatti ai casi di errori o infezioni da trasfusione o al tema dei risarcimenti per il sangue infetto. Poco invece si parla degli aspetti correlati all’informazione scientifica. 

Vi è una percentuale significativa, che va dalla metà a un terzo del campione intervistato, che non è in possesso di alcune informazioni minime relative alla donazione, ma soprattutto un indicatore (indice sintetico di conoscenza) rivela che la metà del campione è disinformato in materia di sangue.

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