Welfare

Euroarabi? Si dorme troppo

Un piccolo caso emblematico...

di Redazione

che riguarda il nostro futuro professionale,
noi musulmani non riusciamo mai ad essere coesi
ed efficaci, risultando spesso inefficienti?di Akram Idries
È sabato mattina. Mi arriva un’email che da un lato mi gratifica ma dall’altro mi fa incavolare. «Ciao Akram, sono un dipendente del ministero degli Esteri (di un grande Paese anglosassone). Ci siamo incontrati a una conferenza in Europa. Ti scrivo per portare alla tua attenzione un’organizzazione che penso possa essere di tuo interesse, e ti incoraggio a contattarli. Ritengo fortemente che il tuo background, il tuo profilo e il tuo talento possono essere utili alla loro mission. E loro potrebbero dare una mano alle tue aspirazioni. L’organizzazione, Cedar, è una rete composta da professionisti europei musulmani. Lanciata un anno fa, attualmente conta diverse decine di iscritti. La rete Cedar è stata creata per sostenere e favorire lo sviluppo professionale dei suoi membri e migliorare l’accesso alle opportunità di carriera per i musulmani più giovani, valorizzando e aumentandola visibilità dei musulmani “modello” di successo?», firmato Ivan, Ufficio di presidenza degli Affari europei ed euroasiatici.
Dopo aver letto la mail, ero veramente soddisfatto e contento della “dritta” e fiero del fatto che dei giovani musulmani europei si siano impegnati per la creazione di un network di interscambio intellettuale e professionale. A frenare il mio entusiasmo è stata però una sensazione di delusione e quasi di rassegnazione. Come mai le reti più importanti, le organizzazioni più prestigiose, sono presenti e lavorano al di fuori dei confini arabi e di quelli italiani? Perché è stato un non arabo, un non musulmano e non un fratello euro-arabo a mettermi in rete con Cedar? Perché devono essere sempre gli stranieri a darci una mano per fare network e creare qualcosa di valore? Ma soprattutto: perché noi musulmani quando si tratta di sviluppare qualcosa che riguarda il nostro futuro professionale, non riusciamo mai ad essere coesi ed efficaci, risultando spesso inefficienti?
Ci manca creatività, spirito di iniziativa e attitudine pratica nel risolvere i problemi. Pensiamo di più al passato che al futuro. Siamo più concentrati a risolvere i problemi legati al passato che a investire energie propositive per produrre qualcosa di nuovo.
Sono le idee innovative, i contatti, le reti che riusciamo a creare, i passepartout al nostro futuro prospero. Non dovremmo pensare solamente alle tematiche di integrazione sociale, cosa che per noi 2G ha quasi poco senso perché in un modo o in un altro ci arriveremmo comunque. Dovremmo invece concentrarci sulla creazione di un network efficace e professionale di talenti coraggiosi, dinamici, e pratici che passano dai bei proclami alla realizzazione di progetti e alla produzione di cultura e di reddito. Basta lamentarsi del fatto che le cose non vanno sempre bene, basta lagnarsi che i governi non ci danno retta; rimbocchiamoci le maniche, prendiamo esempio da Cedar e le altre organizzazioni di network professionali. Basta piangersi addosso. E allora networkizziamoci.
www.thecedarnetwork.com