Non profit

Conto finale: 11,1 miliardi

Approvata ieri al Senato senza ricorso alla fiducia

di Redazione

La Finanziaria 2010 è legge. Ieri Palazzo Madama ha licenziato la manovra, convincendo il governo a evitare il ricorso alla fiducia, seguendo il normale iter. Una strada che era stata auspicata dal presidente, Renato Schifani, che poco prima del via libera esprime la sua ”soddisfazione” perche’ si e’ consentito al ramo del Parlamento ”di esprimersi e dare voce a tutte le proprie riflessioni. È un fatto altamente democratico, che fa onore al Parlamento”. Alla fine del suo percorso, in cui non sono mancati i colpi di scena, la finanziaria è cambiata nella forma e nella sostanza. Il suo importo, lievitato nei passaggi parlamentari, secondo gli ultimi dati e’ arrivato a 11,1 miliardi di euro (in termini di indebitamento netto). Nel ddl sono confluiti la banca del Sud, grazie al pressing del ministro dell’Economia, il codice delle autonomie, ‘sponsorizzato’ dalla Lega Nord, il patto per la salute e il rinvio del versamento degli acconti Irpef di novembre, che slittano a giugno del prossimo anno. Quest’ultimo viene finanziato, a tempo determinato, con il gettito in arrivo dallo scudo fiscale, pari a 3,716 miliardi di euro. Che poi, una vota rientrati gli acconti, andra’ a coprire le misure contenute nella finanziaria. Dal Tfr inoptato, che l’Inps consegnerà allo Stato, arrivano altri 3,1 miliardi.

L’ultima finanziaria. Nella versione definitiva, arricchita di tutte le misure inserite durante la spola parlamentare, è difficile ritrovare la manovra ‘light’ annunciata da Tremonti. Anche quest’anno infatti è stato impossibile evitare i microinterventi, dalle risorse destinate all’acquisto di defibrillatori a fondi per il sostegno dei prodotti stagionati. Ma questa è stata l’ultima occasione per l’assalto alla diligenza. La finanziaria, nata nel 1978, viene infatti messa definitivamente in soffitta, e sostituita dalla legge di stabilita’. Il viceministro dell’Economia, Giuseppe Vegas, da l’addio alla legge che ”nel bene e nel male ha rappresentato l’essenza di questo paese”. E’ un addio ”senza rimpianti”, che lascia il ricordo di una legge che ”ha segnato con il ritmo immutabile delle stagioni il trascorrere dell’esperienza umana”.

Le risorse della manovra. Sempre in termini di indebitamento netto, arrivano da maggiori entrate per 4,5 miliardi e 6,6 miliardi di minori spese. Gli ultimi dati, del servizio bilancio del Senato, mostrano che sul fronte delle uscite le maggiori spese ammontano a 9,9 miliardi di euro e le minori entrate a 1,2 miliardi.

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