Come quasi sempre avviene nei giorni festivi, pranzo con mio padre anziano, che durante il pasto ama guardare il Tg1 .Attorno alle ore 13,45 circa del 6 gennaio, il nostro principale e italico telegiornale ha passato un servizio che spiegava che anche in carcere si festeggiava la Befana assieme ai figli dei detenuti. Iniziativa giusta e degna di rispetto.
Ma il servizio era corredato da immagini di bambini mostrati come figli di detenuti, che erano contenti (giustamente) di passare questa festa coi propri genitori. Ma il direttore del Tg1 proprio all’Epifania non sa che è vietato mostrare immagini di bambini e che il fatto di mostrarli potrebbe sottoporre gli stessi allo stigma dell’essere figlio di un detenuto? I bambini, ma più spesso i loro genitori, non impiegano molto a considerare diverso un proprio compagno perché figlio di una persona che sta in carcere.
Evidentemente per il direttore del Tg1 le regole che riguardano il rispetto dell’infanzia nell’informazione non hanno cittadinanza, e anche l’intera redazione, che a quanto mi risulta dovrebbe essere composta da giornalisti professionisti e ben pagati, anche con i soldi del canone, ignora le più elementari regole del rispetto dei cittadini più piccoli.
Cara Befana, l’anno prossimo porta al direttore e ai suoi giornalisti una copia della Carta di Treviso. Sai com’è, la dovrebbero conoscere già, ma un po’ di ripasso non fa mai male. In ogni caso ricordo che che la Carta di Treviso è protocollo firmato il 5 ottobre 1990 da Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono Azzurro con l’intento di disciplinare i rapporti tra informazione e infanzia. Al centro di questo documento, poi approfondito e integrato dai Vademecum del 25 novembre 1995 e del 30 marzo 2006, c’è il principio di difendere l’identità, la personalità e i diritti del minore vittima, o colpevole, di reati, o comunque coinvolto in situazioni che potrebbero compromettere la sua psiche. Stesse garanzie sono assicurate anche ai soggetti marginali nella società. La Carta di Treviso costituisce una norma vincolante di autoregolamentazione per i giornalisti italiani e una guida ideale e pratica per tutti i comunicatori.
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