Mondo

“E’ giusto che il servizio civile sia anche per noi”

Intervista alla 23enne Souad Baamrane, nata in Marocco, che nel 2007 è stata tra i primi giovani stranieri a prestare servizio per il Comune di Torino

di Redazione

di Cosimo Caridi

 

Souad Baamrane (nella foto), 23 anni, vive in Italia da più di dieci anni ed è originaria del Marocco. Nel 2007 ha partecipato a “Se non ora quando”, progetto di servizio civile per stranieri del Comune di Torino.

Come nasce il servizio civile per stranieri?

Il progetto è stato voluto dall’assessorato alle Politiche per l’Integrazione del comune che nel 2007 ha dato la possibilità a 20 ragazzi, di ben 11 nazionalità diverse, di intraprendere un percorso annuale in varie associazioni che lavorano sul territorio.

Perchè hai scelto di partecipare al progetto?

Sono sempre stata interessata al sociale e quindi mi ero informata sul servizio civile e non appena ho saputo di bando per soli cittadini stranieri non mi sono fatta scappare l’opportunità.

Di cosa ti occupavi?

I primi mesi sono stati di formazione, in cui tutti assieme abbiamo seguito dei corsi sulla storia di Torino e sul funzionamento del comune. Poi siamo stati assegnati a varie associazioni e a me è stato chiesto di rimanere a svolgere il servizio presso l’ufficio del Comune.

Come è continuato il tuo percorso?

Dopo un anno di progetto, con altri ragazzi, di 5 nazionalità diverse abbiamo deciso di costituire un’associazione, Turin World People, di cui io sono presidente, con la quale tentiamo di proseguire il nostro cammino d’integrazione senza dimenticarci delle nostre culture d’origine. Inoltre da qualche mese ho iniziato a lavorare per Gate, il Comitato Progetto Porta Palazzo, che ho conosciuto attraverso il servizio civile presso l’assessorato.

Cosa ne pensi della proposta di legge della Turco?

Finalmente qualcuno si è accorto che ci sono altri giovani in città. Noi non siamo cittadini di serie B, come un ragazzo italiano può scegliere il servizio civile è giusto che possa sceglierlo anch’io che ho studiato qui, qual è la differenza, le mie origini?

Ti ritieni una seconda generazione?

A me non piace definirmi di seconda generazione, con gli altri volontari utilizzavamo l’espressione “nuovi cittadini” che mi sembra più realistica e meno categorizzante. Si usa dire seconda generazione per differenziare, io non sono una seconda generazione io sono un persona normale.