Più che un permesso a punti, «un percorso a ostacoli». Così il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero commenta l’annuncio dell’imminente istituzione da parte dei ministri dell’Interno e del Lavoro di un percorso a punteggio per gli immigrati, finalizzato alla concessione del permesso di soggiorno.
«Ancora una volta», afferma Olivero «prima ancora di attrezzarci per costruire un percorso di integrazione, stiamo provvedendo a porre i paletti di un percorso a ostacoli, che già oggi per i cittadini immigrati che vogliono risiedere regolarmente in Italia è sufficientemente tortuoso. Già ora, infatti, per ottenere il permesso di soggiorno gli stranieri debbono soddisfare alcuni requisiti stringenti che fanno riferimento al reddito, all’abitazione, al lavoro».
«Il permesso di soggiorno» aggiunge il presidente delle Acli «dovrebbe essere la prima tappa di un percorso di avvicinamento alla cittadinanza. Per questa sì che avrebbero senso i requisiti di conoscenza della lingua italiana e della nostra Costituzione. Ma chi accompagna oggi gli immigrati in questo percorso? Finora solo la Chiesa e il volontariato. Sono anni che chiediamo invano un piano organico e nazionale per l’insegnamento della lingua italiana»
«In queste condizioni», conclude Olivero, «il permesso a punti rischia di diventare l’ennesimo elemento di sofferenza e di vessazione psicologica e burocratica per le tante famiglie immigrate presenti nel nostro Paese».
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