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Il Vaticano rompe il silenzio

di Redazione

Dopo oltre due settimane di silenzio la Segreteria di Stato ha rotto gli indugi: la misura era colma, e, ai mezzi d’informazione che hanno insinuato una responsabilità diretta o indiretta del direttore dell’L’Osservatore Romano e dello stesso cardinale Tarcisio Bertone nella vicenda che ha portato alle dimissioni dell’ex direttore di Avvenire Dino Boffo il 3 settembre scorso, il Vaticano ha risposto con durezza.

È tutto falso, è in atto «una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice», ha messo nero su bianco la Segreteria di Stato in una nota diffusa nella tarda mattinata di oggi dalla Sala stampa vaticana. Inoltre, dal Vaticano è arrivata anche la conferma che il Papa era in effetti informato dei fatti: dunque anche la risposta di oggi agli attacchi mediatici ha avuto il pieno avallo di Benedetto XVI. Il testo della Segreteria di Stato fa riferimento in modo esplicito alla ”ingiuriosa” campagna stampa alimentata in questi giorni: «Dal 23 gennaio si stanno moltiplicando, soprattutto su molti media italiani, notizie e ricostruzioni che riguardano le vicende connesse con le dimissioni del direttore del quotidiano cattolico italiano Avvenire, con l’evidente intenzione di dimostrare una implicazione nella vicenda del direttore de L’Osservatore Romano, arrivando a insinuare responsabilità addirittura del cardinale segretario di Stato. Queste notizie e ricostruzioni non hanno alcun fondamento».

In particolare, sottolinea il Vaticano, «è falso che responsabili della Gendarmeria vaticana o il direttore de L’Osservatore Romano abbiano trasmesso documenti che sono alla base delle dimissioni, il 3 settembre scorso, del direttore di Avvenire; è falso che il direttore de L’Osservatore Romano abbia dato – o comunque trasmesso o avallato in qualsiasi modo – informazioni su questi documenti, ed è falso che egli abbia scritto sotto pseudonimo, o ispirato, articoli su altre testate”.
Quindi, il passaggio più delicato e importante della nota emessa dai piani alti del Vaticano, quella che fa riferimento diretto al Pontefice: «Appare chiaro dal moltiplicarsi delle argomentazioni e delle ipotesi più incredibili – ripetute sui media con una consonanza davvero singolare – che tutto si basa su convinzioni non fondate, con l’intento di attribuire al direttore de L’Osservatore Romano in modo gratuito e calunnioso, un’azione immotivata, irragionevole e malvagia. Ciò sta dando luogo a una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice».
«Il Santo Padre Benedetto XVI che è sempre stato informato – conclude significativamente il testo – deplora questi attacchi ingiusti e ingiuriosi, rinnova piena fiducia ai suoi collaboratori e prega perche’ chi ha veramente a cuore il bene della Chiesa operi con ogni mezzo perché si affermino la verità e la giustizia».

«Prendo atto della smentita e me ne rallegro, augurandomi che la canea sia finita», commenta lo scrittore Vittorio Messori, unico intervistatore di papa Wojtyla e papa Ratzinger. «Effettivamente la campagna stava assumendo, per così dire, toni alti e spero, perciò, che il comunicato vaticano sia preso sul serio e così si possa considerare chiuso il caso», ha dichiarato all’agenzia Adnkronos Messori.

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