Welfare
Giornali, che cosa raccontate?
Sumaya Abdel Qader, collaboratrice di Vita, abita sulla via degli scontri. Ecco il suo racconto controcorrente
di Redazione

di Sumaya Abdel Qader
Ecco ricominciare la cantilena sul pericolo immigrazione. Una cantilena che a partire da una tragedia si esaspera da sabato sera, giorno in cui in via Padova, mentre Milano era indaffarata a finire l’ultima giornata di lavoro della settimana, un giovane ragazzo egiziano veniva accoltellato presumibilmente da dei suoi coetanei sudamericani. Per futili motivi hanno dichiarato le fonti ufficiali della polizia. Irresponsabile poi è stata la reazione di decine di uomini nordafricani che hanno portato disordine nella via stessa ed alcune limitrofe sfasciano macchine e vetrine di negozi. Altrettanto irresponsabili però sono state anche le dichiarazioni di molti che si sono diffuse nell’immediato risuonando su giornali, tv, radio ed internet.
Bene. La generalmente tranquilla via Padova è stata così descritta come il Far West e la banlieue italiana. Oltre ai paragoni errati, frutto di una non buona conoscenza della storia nord americana e francese (a cui si riferiscono) peggiori sono state le “proposte” del vice sindaco De Corato e del consigliere comunale Salvini che hanno invocato “rastrellamenti” e controlli casa per casa.
Ancora una retorica ricca di fuorvianti messaggi, che continuano a confondere gli immigrati e stranieri con i clandestini e con i delinquenti e ad associare la presenza degli immigrati ad uno stato di emergenza.
Mi permetto di dire che via Padova è generalmente una via tranquilla perché chi scrive vi abita. Passeggio spesso con due piccole bambine nella via, frequento i bar, negozi, ristoranti della presenti per non parlare delle occasioni in cui mi trovo a tornare a casa in tardi orari di notte.
Con ciò non dico che non ci sono problemi. Quelli ci sono purtroppo, causa la lontananza delle istituzioni e alle sbagliate politiche attuate, o meglio dire non attuate.
Mi chiedo ad esempio a cosa servano le diverse pattuglie di polizia e militari che i nostri figli tutti i giorni vedono girare per la via, spesso domandandoci se c’è la guerra, se sotto il naso gli scappa pure il morto ed una intera sommossa di vendetta!
Ieri, domenica 14 febbraio, ci siamo ritrovati sul luogo del delitto, mamme, papà del comitato genitori della scuola Casa del Sole e membri dell’Associazione Amici del Parco Trotter per esprimere “tutto il nostro dolore per l’accaduto e per respingere con orrore la sola idea che la provenienza geografica e culturale dei cittadini di via Padova possa essere motivo di odio e contrapposizione”. (nella foto un momento dell’incontro)
La nostra è voluta essere una testimonianza di pacifica e costruttiva convivenza. L’esperienza svolta in questi anni dalla scuola Casa del Sole e dall’Associazione Amici del Parco Trotter è la vivente prova che con un approccio concreto, umano e responsabile si possono costruire solidi ponti tra le culture e creare prospettive importanti di collaborazione e crescita per il bene della città e ovviamente di chi la vive.
Noi, “abbiamo un’altra idea della nostra città e del nostro quartiere, un’idea per la quale nessun cittadino deve sentirsi straniero … L’esperienza del Trotter, e quella delle tante associazioni e parrocchie che agiscono in via Padova, dimostra che quando si lavora nella direzione della socialità, del riconoscimento e accettazione delle culture, del dialogo, i risultati arrivano, le persone fanno comunità e si sentono più sicure continuando ad essere quello che sono, senza conflitti”.
Attivi e presenti, dunque, non passivi. Ma non siamo dei buonisti ed ingenui che non vedono la complessa realtà esistente, anzi, preso atto di ciò la affrontiamo.
In più “esigiamo a gran voce che il Comune non ci mandi solo l’esercito, ma soldi e risorse per risanare le scuole, assistere gli anziani, i giovani, i bambini, creare spazi di incontro e socialità, migliorare la vita del quartiere e renderla più sicura dal punto di vista, prima di tutto, sociale. E’ solo in questo modo che via Padova può vivere.”
Mercoledì 17 febbraio alle ore 16:30 presso il teatrino del parco abbiamo indetto una assemblea come momento di riflessione per ciò che è accaduto in via Padova e con uno sguardo al futuro del nostro quartiere.
Via Padova vuole vivere in pace.
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