Mondo

Amnesty a Rushdie: i diritti al primo posto

Al centro della disputa i rapporti dell'organizzazione con Moazzam Begg

di Redazione

Salman Rushdie contro Amnesty International. L’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani, ha detto l’autore di  “I versetti satanici”, si era colpevole di «bancarotta morale» e ha provocato «un danno incalcolabile alla propria immagine e reputazione». Al centro del contendere c’è Moazzam Begg, il cittadino britannico che dopo essere uscito da Guantanamo ha fondato l’ong Cageprisoners (Prigionieri in gabbia), con la mission dichiarata di dare assistenza legale ai detenuti ed ex detenuti di Guantanamo.  La sua associazione, secondo le informazioni a disposizione di Rushdie, è invece un paravento per la solidarietà e l’appoggio ad attività terroristiche, scrive oggi “Repubblica”.

«L’azione di Amnesty International con Moazzam Begg ha come unico obiettivo quello di mettere in evidenza le violazioni dei diritti umani commesse a Guantánamo Bay e la necessità che gli Usa chiudano il centro di detenzione e rilascino o pongano sotto processo chi vi è ancora recluso» afferma in una nota il Segretario generale ad interim di Amnesty International, Claudio Cordone. «Moazzam Begg è stato uno dei primi detenuti rilasciati, non ha mai subito un processo e non è stato mai accusato di reati legati al terrorismo».

«Quando il presidente Obama ha promesso di chiudere Guantánamo, Amnesty International ha espresso l’auspicio che da quel momento in poi sarebbe stato possibile lavorare un modo più ampio sulle violazioni dei diritti umani legate alla sicurezza e al terrorismo» continua Cordon. «Poiché quella promessa non è stata ancora rispettata, Amnesty International continua a lavorare insieme a Moazzam Begg e ad altri ex detenuti, chiedendo ai governi europei di accogliere coloro che non possono tornare da Guantánamo ai propri paesi di origine a causa del rischio di subire maltrattamenti e torture».

Per quanto riguarda il fondatore della ong Cageprisoners, Amnesty sottolinea che «continuerà a difendere i diritti dell’ex detenuto di Guantánamo Moazzam Begg. Egli parla raccontando la sua esperienza ed esprimendo le sue opinioni, non quelle di Amnesty International. Mai Moazzam Begg ha usato uno spazio condiviso con Amnesty International per attaccare i diritti di altre persone».

«In alcuni casi le persone di cui difendiamo i diritti possono non condividere le stesse idee» afferma Cordone, «ma ciascuna di esse ha dei diritti umani e ciascun diritto umano va difeso.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.