Mondo

Sanità, il compromesso di Obama

Avranno la mutua 31 milioni di cittadini oggi non assicurati

di Redazione

Il presidente americano si gioca tutto e presenta in prima persona un piano per sbloccare l’iter di una riforma che sembrava impantanata. Le analisi e i commenti dei quotidiani in edicola

 

La presentazione della riforma sanitaria di Obama non compare sulla prima pagina del CORRIERE DELLA SERA di oggi. Per trovarne notizia occorre andare alla pagina 24, l’ultima di esteri. “Sanità, Obama prova a salvare la riforma” è il titolo del pezzo del corrispondente Paolo Valentino. Questa la sintesi del progetto: « Il compromesso del presidente americano Barack Obama per la riforma sanitaria prevede che possano avere la mutua 31 milioni di americani attualmente non assicurati. Il piano – spiega la Casa Bianca – rende la mutua più accessibile per molti altri americani. Il piano Obama è un compromesso tra i testi approvati dalla Camera e dal Senato alla fine dell’anno scorso. Il piano costerebbe 950 miliardi di dollari ma nelle previsioni della Casa Bianca taglierebbe i costi abbastanza da essere non solo autofinanziato, ma permetterebbe di ridurre il deficit federale di 100 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni e di mille miliardi nel decennio successivo. «Il presidente vuole e crede che la gente meriti un voto ‘si o nò sulla riforma della sanità. Questo piano ha la flessibilità per raggiungere questo obiettivo se i repubblicani decideranno di fare ostruzionismo», ha detto il capo delle comunicazioni della Casa Bianca, Dan Pfeiffer». Un testo che il CORRIERE in una bella infografica riassume per punti: 1/compromesso bipartisan: il piano è un compromesso tra i testi approvati alla fine dell’anno scorso da Camera e Senato. La parola passa al vertice bipartisan del 25 febbraio. 2/Assicurazione obbligatoria: la riforma obbliga gli americani ad avere un’assicurazione medica, con la promessa di ridurre i costi delle polizze e assistere chi non può permettersela. 3/il taglio dei costi: il piano costerà 950 miliardi di dollari, ma permetterà un taglio della spesa sanitaria nazionale che andrà a ridurre il deficit di 100 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. 4/le nuove tasse: previsti tagli nei costi di medicare (il programma federale per anziani) e nuove tasse sulle polizze mediche di fascia alta. 5/via l’opzione pubblica: Obama a rinunciato alla creazione di un ente pubblico per offrire polizze assicurative a prezzi scontati e in diretta concorrenza con il settore privato. 6/la copertura per l’aborto: non è prevista la proibizione assoluta alle compagnie di assicurazione di offrire coperture mediche per l’interruzione di gravidanza a chi compra una polizza con l’aiuto federale.

LA REPUBBLICA apre sulla politica (“Appalti, Fini contro Berlusconi «I pm non devono vergognarsi»”) e dedica agli Usa una foto notizia: “Sanità, il piano Obama per 31 milioni di americani”. Riferisce a pagina 16 Federico Rampini: mossa ad alto rischio per il presidente che ha deciso di esporsi in prima persona presentando il primo progetto dettagliato sulla sanità che porta il sigillo della Casa Bianca. Potrebbe servire a sbloccare un iter legislativo impantanato. Giovedì incontrerà in diretta tv i parlamentari dei due partiti per discutere la riforma. Il piano adesso prevede la possibilità del governo federale di controllare le tariffe assicurative e di impedire che non siano assicurate persone a rischio. L’opzione pubblica iniziale (ovvero l’assistenza di stato a chiunque la voglia) non c’è più, mentre è previsto un sostegno per i meno abbienti per metterli in condizione di acquistare una polizza. Il risultato è che sarebbero coperti 31 milioni di cittadini (inizialmente erano 47). Costo totale. 950 miliardi da finanziare con una tassa sui redditi over 200mila dollari l’anno.

Richiamo in prima, e articolo a pagina 16 per il SOLE 24 ORE sulla riforma della sanità voluta da Obama. La chiamano l’ultima grande offensiva per tradurre in legge la riforma sanitaria tanto sbandierata in campagna elettorale e ancora la palo. A complicare la vicenda la recente sconfitta in Massachussets del candidato democratico, riducendo i voti a favore di Obama al Senato. E allora, ecco il presidente pronto al compromesso: alla riduzione della copertura finanziaria della riforma, allo slittamento di nuove tasse per finanziarla, all’istituzione di una Authority per monitorare l’aumento dei prezzi delle polizze sanitarie. Un colpo al cerchio e un colpo alla botte, un incontro con i Repubblicani per discuterne da un lato, e la decisione di mantenere alcuni punti fermi della riforma per i democratici dall’altro. E al centro il destino della riforma e del mandato di Obama.

“Il rilancio di Obama. Sanità gratis per 31 milioni di americani” titola nella pagina esteri IL GIORNALE. L’annuncio, si legge, è il risultato  di un compromesso fra i testi di Camera e Senato, costerà 950 miliardi. IL quotidiano diretto da Feltri mette in evidenza il «nodo delicato  dell’aborto, per cui è previsto un atteggiamento meno restrittivo. Infatti non ci sarebbe l’emendamento che vieta alle compagnie di assicurazione di coprire le spese per l’interruzione di gravidanza a chi ha acquistato la propria polizza grazie a un sussidio federale». 

IL MANIFESTO – Piccolo richiamo in prima «Sanità, Obama rilancia: mutua per 31 milioni di persone non assicurate» e un articolo a pagina 8 dal titolo «Sanità, arriva l’Obamacare. In discussione da giovedì. Ma i repubblicani hanno già detto no». Nell’articolo si illustra la proposta di Obama (copertura sanitaria per 31 milioni di cittadini statunitensi in un piano decennale che costerebbe 950 miliardi di dollari) e la posizione dei repubblicani «I repubblicani avevano chiesto a Obama di buttare i documenti preliminari approvati da Camera e Senato, ripartendo da zero. Il presidente ha rifiutato (…) Il leader di minoranza alla Camera, John Berhner, ha detto che la bozza non va in una direzione bipartisan. È perciò improbabile che dopodomani, all’incontro sulla sanità tra repubblicani e democratici, venga raggiunto il compromesso necessario per l’approvazione».
 
 “Obama rilancia: mutua per 31 milioni di americani” è il titolo che AVVENIRE dedica al piano di riforma sanitaria di Obama. Niente più di un pezzo informativo in taglio basso a pag14.

“Nuovo piano sanità: Obama si gioca tutto” titola in prima LA STAMPA, che prosegue a pagina 7 con un articolo del corrispondente dagli Usa che spiega i punti centrali del piano del presidente americano. Barack rilancia la riforma della sanità, con due perni: il giro di vite sulla spirale dei costi delle polizze e la promessa di una mutua per 31 milioni di americani che ne sono privi. In realtà il piano presentato ieri è frutto di un delicato equilibrio e del tentativo di trovare un compromesso con i repubblicani:  i 31 milioni all’inizio erano 46 milioni, poi si è scelto di abbassare il raggio d’azione per ridurre i costi. La carta a sorpresa giocata da Obama riguarda le assicurazioni: il governo potrà annullare gli aumenti delle polizze che saranno giudicati eccessivi. Nelle ultime settimane alcune assicurazioni hanno aumentato le polizze anche del 39%, scrive LA STAMPA: d’ora in poi simili rincari saranno passati al vaglio da un “consiglio di esperti” federale. Ma il clima con i repubblicani è tutt’altro che disteso: «Ci troviamo davanti all’ennesima versione del piano democratico di affidare al governo la salute dei cittadini» ha detto il capo dei senatori Johan Boehner, «sulla base di leggi che aumentano le tasse, distruggono i posti di lavoro e portano a un aumento delle polizze».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

CORRUZIONE
CORRIERE DELLA SERA – Sulle conseguenze dell’inchiesta via Solferino intervista l’ex ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, attuale guida della commissione sulla criminalità organizzata. “«La corruzione è dilagante. L’Italia può restare schiacciata»”, è il titolo. Sostiene Pisanu: «Una nuova Tangentopoli? L’Italia del 2010 come quella del 1992? «No. Per certi versi, siamo oltre. Allora crollò il sistema del finanziamento dei partiti. Oggi è la coesione sociale, è la stessa unità nazionale a essere in discussione, al punto da venire apertamente negata, anche da forze di governo. Si chiude l’orizzonte dell’interesse generale e si aprono le cateratte dell’interesse privato, dell’arricchimento personale, della corruzione dilagante». «Sono giorni che vado maturandoqueste parole – dice Giuseppe Pisanu, capo della segreteria politica di Moro, ministro dell’Interno, oggi presidente dell’Antimafia -. Esitavo a dirle, perché mi parevano eccessive. Apocalittiche. Poi mi sono ricordato che in Giovanni il linguaggio apocalittico è l’altra forma del linguaggio profetico. Quindi non credo di esagerare se dico che è il Paese a essere corrotto. C’è la corruzione endemica, denunciata dalla Corte dei Conti; e c’è quella più strutturata e sfuggente delle grandi organizzazioni criminali, tra le più potenti al mondo. In ordine d’importanza: ’ndrangheta, Cosa Nostra, camorra».

AFGHANISTAN
CORRIERE DELLA SERA – Nuova strage di civili: bombe dai caccia Usa provocano 27 morti, tra cui quattro donne e un bambino: «E’ una situazione drammatica, lontana dai riflettori e dalle Convenzioni di Ginevra. Le luci si accendono solo, e non sempre,  quando qualche missile sbaglia bersaglio, come è avvenuto luned’ strage di civili, un numero spesso variabile, scuse ufficiali e poi di nuovo buio. Nella città di Marjah, vivono 120 mila persone abbandonate al loro destino e impegnate a evitare di incrociare militari con i nervi a fior di pelle. Cioè tutti: sono 15mila quelli impegnati nell’operazione “Insieme”; ci sono americani, inglesi, danesi ed estoni. Poi ci sono gli abitanti sparsi nelle zone rurali, minate dai talebani e colpite dai bombardamenti aerei e dai rastrellamenti dei soldati occidentali.  Scarseggiano anche i generi di prima necessità e i prezzi sono saltati, come ogni altra cosa… Che l’operazione militare nella provincia di Helmand non stia andando come era stato previsto lo ha denunciato lo stesso presidente afghano Hamid Karzai, intervenendo alla prima sessione del Parlamento a Camere riunite. Ha mostrato ai parlamentari una foto di una bambina di otto anni esclamando: «Questa è l’unica persona rimasta per raccogliere i cadaveri dei suoi familiari».»

 

IL MANIFESTO – «Protezione civili» è questo il titolo di prima che campeggia sulla foto di un attentato kamikaze nel distretto di Khogyani con in prima piano una pozza di sangue. «Afghanistan, elicottero Usa mitraglia “per errore” profughi in fuga dall’offensiva sferrata contro i taleban: 33 vittime, tra cui donne e bambini. Kabul protesta, il generale McChrystal si scusa, ma è un altro potente spot per l’insurrezione talebana (e un kamikaze fa saltare un vertice fra leader tribali, 15 morti). Oggi in senato il rifinanziamento della missione italiana, in arrivo un sì bipartisan, compresi Pd e Idv. La guerra c’è, il parlamento no», sintetizza il sommario che rimanda ai servizi di pagina 9. Sempre in prima al tema è dedicato il commento di Tommaso Di Francesco dal titolo «Afghanistan, italiani brava gente» dove si legge: «La Nato e l’esercito Usa sono all’offensiva in Afghanistan “per la protezione dei civili”, ma inesorabilmente li ammazza come cani. (…) Stragi di civili che allargano a dismisura l’influenza talebana a discapito dell’alleato, il corrotto Hamid Karzai. Che è stata poi la tragedia dell’occupazione militare da subito, dopo l’11 settembre, e poi con l’inizio del ruolo della Nato nel marzo 2003, quando la guerra è stata sempre più contrassegnata dalle stragi di civili afghani. Quel popolo per cui ancora si esporta la democrazia armata. Dentro una strategia “infinita” che il nuovo inquilino della Casa Bianca ha fin qui modificato solo a parole (…)».

 

FALSI INVALIDI
LA REPUBBLICA –  Boom di truffe: i primi 200mila controlli hanno portato alla luce un buon 10% di falsi invalidi. I carabinieri hanno filmato ciechi che parcheggiano l’auto o leggono il giornale. C’è anche una associazione, la sezione siracusana di Anmic, accusata di voto di scambio: agevolava i furbetti in cambio di voti al presidente assessore. Le truffe costerebbero allo stato un miliardo di euro l’anno, ma ancora nessuno può dire quanti siano effettivamente i falsi invalidi. L’Inps per il 2010 ha predisposto 100mila nuovi controlli. In Italia sono erogate oltre 472mila prestazioni di invalidità (fati riferiti al 2008).

 

ENERGIE RINNOVABILI
IL SOLE 24 ORE – Grandi progetti per la Patagonia, dove ben presto dovrebbe sorgere non solo un megaparco eolico, ma anche un impianto sperimentale di idrogeno. Ne parla Roberto de Rin a pagina 30. Il Sudamerica avrebbe infatti una capacità produttiva di 200mila megawatt, ma finora ne vengono generati solo mille. Questi progetti potrebbero rilanciare l’intero sistema delle energie rinnovabili argentine, sebbene – avverte José Igancio Escobar, direttore generale di Mainstream Renewable Power – «potenziare il parco eolico è un’ottima idea, ma resta il nodo della rete elettrica infrastrutturale argentina, per ora insufficiente a trasportare grandi quantità di energia».

 

IL SOLE 24 ORE – “Praga si scotta con il solare”. E’ questo il titoletto di una breve a pagina 30. L’allarme è stato lanciato dalla società Ceps, che gestisce la rete elettrica ceca: «il ritmo al quale i cittadini si attrezzano con pannelli fotovoltaici (per vedersi riconoscere il contributo di 0.63 euro a kilowattora) è così elevato da rischiare di condurre ben presto la rete al sovraccarico».

 

LAVORO
IL MANIFESTO – È dedicato alla crisi economica e alla sua ricaduta sul mondo del lavoro l’editoriale a firma di Loris Campetti «Tute al chiodo». «Da ieri 30mila operai della Fiat  – (…) – sono in cassa integrazione. Tutti a casa, ma non siamo nel film di Comencini e la guerra è appena iniziata. La Fiat non ha ripensamenti, manda a dire Johm Elkan che studia da presidente della più grande industria italiana (italiana si fa per dire). Chiudere Termini Imerese, disboscare un po’ ovunque nei vari stabilimenti italiani. E se le tute blu protestano, come nella fabbrica di motori di Pratola Serra, il Lingotto invoca, e ottiene, le “liberatorie” cariche di polizia. Fiat, e ancora: Merloni, Alcoa, Eutelia, Glaxo… (…) Parlare di leggi del mercato, in casi come questi, e non di immoralità, è intollerabile. Il fatto è che l’immoralità, nel paese di Berlusconi, non fa più scandalo. Operai negli stadi, operai nel tempio della musica. Meglio lì che sui tetti, per carità. Nulla da dire su chi le prova tutte per rivendicare visibilità e solidarietà, molto da dire su chi si libera la coscienza con un applauso in platea o sulle curve, o un invito dal palco (…)»

 

DIVORZIO BREVE
LA STAMPA – “Per dirsi addio un anno è abbastanza” è il titolo di un editoriale a firma di Elena Loewenthal. In commissione Giustizia della Camera sono in corso d’esame tre proposte di legge per approvare il divorzio breve, illustra LA STAMPA a pagina 22, due del Pdl (Maurizio Panic e Marcelle De Angelis) e una del Pd (Sesa Amici). L’obiettivo è abbassare da tre a un anno i tempi per ottenere il divorzio dalla comparsa dei coniugi in tribunale per l’avvio della separazione legale. Si prevede di arrivare entro aprile a un testo unico su cui raggiungere un accordo.

 

ISLAM
ITALIA OGGI – Un richiamo in prima e un ampio servizio per un caso francese: a Roubaix tra insegne di fast food, tra cui Quick, propongono menu esclusivamente halal «Gli hamburger per musulmani. Il sindaco della città: è discriminazione, preservare le diversità». Da una parte si parla delle ragioni economiche che hanno dettato la scelta halal della catena di fast food, mentre per altri si tratta di «una sorta di razzismo al contrario» al punto che il sindaco di Roubaix ha «sporto un reclamo per “discriminazione” contro Quick». Si ricorda che «quando Quick aveva annunciato, lo scorso novembre, il lancio di un’offerta halal, il sindaco aveva plaudito all’iniziativa. Ma quando lo scorso 13 febbraio, la stampa ha riportato la notizia che il menu halal si sarebbe sostituito agli hamburger al bacon, la reazione del sindaco è stata dura, anche se non quanto quella di Marine Le Pen» la quale ha parlato di «scandalo di stato». A fine articolo si osserva che Quick si riserva di rispondere alle richieste del primo cittadino dopo aver verificato l’andamento degli affari anche nelle altre sette città dove si propongono menu halal.
 
EUROPA
ITALIA OGGI – «Un esercito per 5 stati e 11 ministri» è il titolo dell’articolo che dà conto dell’arrivo di una task force di militari e agenti segreti che vede interessati cinque stati: Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Paesi Bassi. In pratica si legge nell’articolo: i cinque stati europei si fanno un esercito loro con incarichi di pronto intervento e intelligence «Senza che alcuno dica almeno un mah. Almeno in Italia, dove ieri alle 15 è scaduto il termine per emendamenti al disegno di legge di ratifica della dichiarazione d’intenti per la creazione di una forza di gendarmeria europea (…)»

 

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