Non profit
Agroalimentare, natura, biotecnologia, e valorizzazione delle valli orobiche. Ecco il mix vincente per il non profit
In provincia di Bergamo
di Redazione
Bergamo punta sulla formazione e guarda al futuro delle giovani generazioni. I recenti progetti “emblematici” hanno infatti riguardato, ad esempio, iniziative come quelle promosse dalla Fondazione Maddalena di Canossa di Bergamo la “Scuola per Lavorare nell’Agroalimentare”, quella dell’Associazione Pianura da Scoprire di Treviglio per il progetto “Alla scoperta… dolce della media Pianura Lombarda”, finalizzato alla valorizzazione socio-turistica, culturale e ambientale del territorio, con importante piano di marketing territoriale ed iniziative di sviluppo della mobilità, di messa in rete e di recupero dei beni naturalistici e culturali. Per non dimenticare la Città di Alzano Lombardo che ha lanciato “La Comunità Sostenibile – Green sul Serio”, con interventi di rigenerazione socio economica della Comunità Valle Seriana. Spaziano a tutto tondo invece le iniziative sulla provincia che sono state realizzate nel corso di questi primi vent’anni di attività della Fondazione. E non potrebbe essere altrimenti. Bergamo, territorio vivace e attivo su tutti i fronti, anche sul fronte della ricerca, ad alto livello, come gli “Studi di trapianto di rene nel primate non umano: nuovi approcci nella ricerca sul rigetto cronico” svolto dall’ Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Bergamo, in collaborazione con l’International Centre for Genetic Engineering and Biotecnology (ICGEB) di Trieste e il Consorzio per la ricerca sul Trapianto di organi (CORIT) di Padova; un approccio originale alla rilevante problematica del rigetto cronico con una prima sperimentazione sui roditori; o ancora il progetto dell’Università degli Studi di Bergamo “Promuovere la formazione di capitale umano di eccellenza per l’Europa multilingue: internazionalizzazione dei percorsi di studio dell’Università degli Studi di Bergamo”, che propone un’intensa azione di sviluppo della didattica in prospettiva internazionale che coinvolge tutte le Facoltà dell’Ateneo.
«In ambito culturale invece i nostri sforzi si sono concentrati su due gioielli del nostro territorio», racconta il Commissario locale, Giovanni Gaiti. In primo luogo la chiesa di Sant’Agostino in città Alta. «Per secoli è stata l’emblema del nostro patrimonio artistico ma poi ha riflesso anche l’immagine della difficoltà di conservare adeguatamente questa ricchezza». I lavori hanno interessato la facciata gotica della chiesa, con il rifacimento delle vetrate artistiche, l’adeguamento della ex chiesa, già destinata allo svolgimento di eventi culturali e che ora viene è stata aperta alle attività didattiche e accademiche dell’Università, e infine il recupero degli spazi architettonici del chiostro minore. Per non dimenticare l’abbazia benedettina di San Paolo d’Argon: i lavori hanno ripensato gli spazi in modo tale che venissero concepiti come centro multiculturale, valorizzando anche le prospettive turistiche. Mobilità sostenibile, attenzione agli ultimi, salvaguardia delle acque, progetti educativi nelle scuole, sono altri temi per i quali le organizzazioni del territorio hanno potuto contare sull’appoggio della Fondazione.
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