ConsumerEuropa

di Redazione

Web e privacy,
la nuova frontiera
È Viviane Reding in persona a lanciare l’avvertimento: il commissario europeo per i Media e la società dell’informazione ha infatti annunciato una serie di iniziative per garantire il diritto alla privacy degli utenti del web. La privacy deve rimanere sempre la priorità assoluta sia per i provider sia per chi utilizza la Rete, da contrapporre all’incipiente minaccia di un utilizzo improprio delle informazioni personali. Attualmente, ad esempio, in molti casi le informazioni e le immagini inserite nel proprio profilo all’interno di social network possono essere accessibili da chiunque, eventualità che dovrebbe essere invece impedita. La Commissione ha perciò richiesto che i profili, in particolare dei minorenni, vengano automaticamente nascosti e resi invisibili ai motori di ricerca. Viene dunque richiesto ai gestori dei network e di siti come Facebook di creare un codice di autoregolamentazione per tutelare la privacy degli utenti, in particolare dei più giovani. In caso di mancanza di riscontro dalle varie aziende, la Commissione UE interverrà con delle nuove regole. L’UE prenderà provvedimenti contro quegli Stati membri che non proteggeranno la privacy degli utenti Internet. Per il Regno Unito c’è già stato l’ammonimento: Londra è già stata accusata di non essersi applicata a sufficienza per proteggere la privacy dei suoi cittadini. Il Regno Unito ha ora due mesi di tempo per rispondere ed evitare una causa vera e propria, per colpa della tecnologia di “behavioural advertising” Phorm: si tratta della cosiddetta “pubblicità comportamentale”, il monitoraggio delle attività degli utenti sui diversi siti per conoscerne le abitudini e, quindi, potergli mostrare in seguito delle pubblicità mirate e strutturate ad hoc. Gli Stati membri dovrebbero infatti garantire la riservatezza delle comunicazioni impedendo che queste siano intercettate e sorvegliate (e quindi utilizzate) senza il consenso dell’utente. Queste norme, secondo l’Unione europea non sono state applicate al caso Phorm nel Regno Unito.

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