La cronologia

di Redazione

Cronaca di uno
smantellamento
A dicembre del 2007 la class action entra nella discussione parlamentare. Con una rocambolesca votazione, il primo testo viene approvato e inserito nella legge Finanziaria. Si chiama «Azione collettiva risarcitoria» e può essere iniziata dalle associazioni dei consumatori e da altre associazioni rappresentative. Per il singolo consumatore è sempre possibile aderire all’azione fino all’eventuale appello e si può agire per illeciti già avvenuti. La norma, viene stabilito, entrerà pienamente in vigore solo dopo 180 giorni. Il timore degli ambienti imprenditoriali, però, spinge il governo verso un rinvio dell’entrata in vigore. A ridosso della scadenza del termine del 1° luglio, infatti, il governo approva frettolosamente un rinvio inserito in un decreto legge del 25 giugno. Entrata in vigore slittata di altri 180 giorni. Nel frattempo in commissione Giustizia si lavora a modifiche che secondo le associazioni sono solo peggiorative. Altra proroga a dicembre 2008 nel cosiddetto Milleproroghe: altro rinvio di 180 giorni. Altro Milleproroghe e altri 180 giorni a luglio del 2009. Dopo tutti questi rinvii, però, la legge non entrerà mai in vigore così come scritta nel 2007 perché, sempre a luglio del 2009, viene approvato un testo radicalmente diverso che, questa volta senza rinvii, è entrato in vigore il 1° gennaio 2010. Viene cambiato anche il nome, non più “azione collettiva risarcitoria” ma “azione di classe”. Inoltre, è stata introdotta l’irretroattività, vale a dire l’impossibilità di utilizzare l’azione di classe per illeciti commessi prima dell’agosto 2009, ed è stabilito che il consumatore può aderire solo entro un termine molto ristretto dall’inizio dell’azione.

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