Famiglia

Scuola: Bollea, lasciate che i bimbi si godano le vacanze

''I genitori non devono essere troppo oppressivi con i ragazzi, l'estate e' il periodo delle loro ferie, devono lasciarli liberi'' , consiglia Giovanni Bollea

di Redazione

Le scuole chiudono e arrivano le vacanze che spesso pero’ non coincidono con le ferie dei genitori, eppure bambini e ragazzi devono godersi il periodo estivo facendo nuove amicizie, tanto sport. E i compiti? ”Con moderazione”. ”I genitori non devono essere troppo oppressivi con i ragazzi, l’estate e’ il periodo delle loro ferie, devono lasciarli liberi” , consiglia Giovanni Bollea, padre della neuropsichiatria infantile italiana. L’ esperto, che questa settimana, all’eta’ di novanta anni, ha ricevuto la laurea honoris causa in Scienze dell’ educazione dall’ Universita’ di Urbino, spiega che e’ meglio lasciare tutto il mese di giugno libero dai compiti e solo a luglio e ad agosto aiutare i ragazzi nell’ esercizio della materia in cui vanno meno bene, per dargli uno scopo. ”E’ consigliabile poi – sottolinea – che ai compiti delle vacanze non vengano dedicate le prime ore del giorno, ma una sola ora la sera, prima di cena, quando sono gia’ un po’ stanchi e si siedono volentieri a leggere”. Visto che le ferie dei genitori non coincidono con le vacanze dalla scuola e che comunque spesso non si puo’ andare in villeggiatura, allora sono importanti i centri cittadini in cui i ragazzi possano fare sport e conoscere persone nuove. ”Il tipo di socializzazione che avviene in questi centri – spiega il neuropsichiatra – e’ differente da quella che avviene a scuola, luogo di dovere, davanti a un maestro. I ragazzi giocano, sono contenti e vivono un altro tipo di liberta’ che in fondo completa l’educazione dei genitori. In questi centri poi, sono previsti dei ritmi e un metodo (deve essere presente un educatore), il ragazzo comincia quindi a capire che il ‘doverismo’ familiare c’e’ anche fuori, c’e’ in tutte le organizzazioni”. ”Le vacanze senza genitori, in centri ben organizzati e di buona qualita’, sono consigliabili dalla terza elementare – aggiunge Bollea -, quando, a 7-8 anni, nei bambini cresce il senso del dovere”. E quando arrivano le ferie del papa’? ”Il padre – afferma Bollea – deve usare il riposo dal lavoro per stare con il figlio (maschio o femmina che sia), per avere con lui un contatto molto forte e diretto. La semplice presenza non basta, bisogna avere un dialogo, che nasce quando si fa qualcosa di divertente insieme: una corsa in bicicletta, una gita in barca dove si rema tutti e due, la condivisione di un sogno. E’ importante sognare coi propri figli”. ”Il padre ha bisogno del contatto diretto, perche’ normalmente la sua figura – continua Bollea – e’ sempre mediata da quella della madre. Gia’ dall’eta’ di 4-5 anni i bambini hanno bisogno di stare soli col papa’ perche’ con lui parlano di altre cose”. ”I due genitori – aggiunge – hanno ruoli differenti nella vita dei ragazzi. Fino alla terza superiore e’ il padre che deve andare ai colloqui una volta al mese, perche’ il padre e’ ‘scuola’. La figura materna si occupa invece piu’ della societa’ scolastica, come i rapporti con i compagni. Quando il ragazzo torna a casa e dice ‘mamma, ho preso un bel voto!’, lei deve rispondere ‘bravo, dillo a papa” questo per dare al ragazzo il senso della responsabilita’. Infatti, anche se in famiglia lavora anche la mamma, sembra che solo il padre abbia un lavoro e la scuola per i ragazzi equivale al lavoro del padre. Questo – conclude Bollea – vale per maschi e femmine, anzi, le ragazze ci tengono anche di piu”’.

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