Welfare
Indultino, poche decine le domande
Oggi primo giorno di applicazione, poche le domande
di Redazione
A Milano sono una ventina i detenuti che hanno presentato domanda per uscire dal carcere nel primo giorno di applicazione della nuova normativa sul cosiddetto indultino. Il numero delle richieste è basso, ma bisogna considerare che altre domande potrebbero arrivare nei prossimo giorni e, soprattutto, che molti detenuti puntano su altre vie di uscita, come per esempio la liberazione condizionata, che comportano meno obblighi da rispettare una volta fuori dal carcere.
Una ventina i detenuti che nel carcere di massima sicurezza di Cuneo hanno presentato domanda per il cosiddetto “indultino, entrato oggi in vigore. Secondo la direzione dell’istituto di pena pare, tra l’altro, che questo numero non andra’ ad aumentare, anche se sono circa 200, sui quasi 300 ospitati nella struttura, che potrebbero beneficiare del provvedimento. Motivo? Il timore della revoca nel caso di commissione di delitto nei cinque anni succesivi alla scarcerazione: troppo difficile, si lascia capire, un improvviso reinserimento nella societa’ civile dei detenuti con tale spada di Damcle sulla testa. I dati riferiti dalla Casa Circondariale di Cuneo dicono che i carcerati preferiscono cercare di ottenere le misure alternative, come il regime di semiliberta’ o la detenzione domiciliare, anche se talvolta e’ necessario aspettare piu’ tempo.
Notizie sulla situazione del carcere romano di Regina Coeli arrivano dal capogruppo del PRC alla Regione Lazio Salvatore Bonadonna . ”Saranno cinquanta o sessanta i detenuti che hanno fatto istanza”.
Insomma, come volevasi dimostrare: l?indultino è una sorta di sovrapposizione in negativo al cosiddetto ?affidamento in prova ai servizi sociali?, la Legge che già da tempo prevede la possibilità di ?affidamento all?esterno? per gli ultimi tre anni di pena ( e degli ultimi 4 per i detenuti tossicodipendenti).
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.