Detenzione & Lavoro

Cristian, il detenuto che rinunciò ai benefici per far crescere la coop

di Ilaria Dioguardi

Cristian Loor Loor, ex detenuto e responsabile della coop Catena in Movimento 2.0, che produce nell'istituto di Bollate (Mi) maglie e shopper: «Il lavoro in carcere rappresenta la possibilità di dare una svolta nella propria vita». Nel 2018 decise di non accedere ai benefici, scontando la pena per altri quattro anni: «Non è stato più di tanto un sacrificio, è stato tutto ripagato dalla soddisfazione del mio lavoro». La collaborazione con Mag2 Finance

L’idea di creare Catena in Movimento nasce nel 2017 «per una necessità di mettere a disposizione le proprie risorse per fare un’attività di volontariato, di impegno del tempo, per creare un’azione che possa aiutare qualcun altro. Creare manufatti artigianali inizialmente ha permesso di dare posti di lavoro a noi, fondatori di questa cooperativa, che inizialmente era una onlus», dice Cristian Loor Loor, ex detenuto, cofondatore e responsabile di Catena in Movimento 2.0.

Dare una svolta alla propria vita

Il secondo obiettivo del progetto è «creare posti di lavoro per altri soggetti, che abbiano condizioni di fragilità sociale, tra cui migranti, donne, madri single. Catena in Movimento 2.0 rappresenta la possibilità di dare una svolta nella propria vita. Io e altri detenuti l’abbiamo pensato per essere parte della soluzione del problema sociale, non essere solo il problema ma essere anche parte attiva della soluzione. Nasce per dare una speranza ai detenuti e rispondere alla domanda: “Una volta finita la carcerazione, cosa faccio?”. Con questo principio abbiamo creato un laboratorio con una sede all’esterno». Lavorano nella cooperativa tra le sette e le nove persone.

Quattro anni in carcere: un sacrificio ripagato

Di origini ecuadoriane, Loor Loor è entrato nel carcere di Bollate nel 2012 e ne è uscito nel 2022. «Sarei potuto uscire nel 2018 usufruendo di benefici di legge ma ho preferito restare perché Catena in Movimento aveva bisogno di “gambe forti” per organizzare una struttura solida e andare avanti nell’obiettivo di autosostentamento. Non è stato più di tanto un sacrificio, è stato tutto ripagato dalla soddisfazione del mio lavoro», prosegue il fondatore. «In carcere abbiamo creato dei prodotti che ci hanno permesso di raccogliere dei fondi per sostenere degli enti sociali che avevano bisogno di aiuti economici per portare avanti la loro mission. Nel 2021 abbiamo costituito la cooperativa Catena in Movimento, con sede all’esterno del carcere. Ci dedichiamo a fare gadget aziendali in tessuto: magliette, shopper, zaini, felpe. E abbiamo due nostre linee di abbigliamento».

Una “scuola di formazione” in carcere

A Bollate, Catena in Movimento ha un laboratorio polifunzionale, dove si fanno anche lavori manuali di altro tipo, ad esempio di cartonaggio, qui i partecipanti sono una ventina. «In carcere portiamo avanti una sorta di “scuola di formazione” sartoriale, per poi dare una possibilità lavorativa a chi lo desidera, una volta terminata la pena. Facciamo dei progetti che hanno una durata e i detenuti lavorano per un periodo limitato, in modo da dare a molti la possibilità di lavorare», continua Loor Loor. «Per conseguire la mia laurea magistrale in Relazioni internazionali, ho conseguito una tesi sui movimenti socio politici latino americani. Appassionato di tutto ciò che si può creare attraverso i movimenti sociali, ho pensato al nome “Catena in Movimento” perché dà l’idea di un insieme di persone che creano una catena per dare vita a un movimento, per creare “rumore positivo” e realizzare cose che possono fare la differenza in noi».

Un crowdfunding per una nuova linea di prodotti

Favorire il reinserimento sociale delle persone in difficoltà socioeconomica attraverso la creazione di spazi di lavoro pensati per l’inclusione, l’integrazione, l’uguaglianza e la resilienza delle persone. È l’obiettivo della raccolta fondi L’Alta Finanza si Scatena, attivata su Produzioni dal Basso, a sostegno della cooperativa Un intento perseguito con il crowdfunding finalizzato a raccogliere i 7.600 euro necessari per l’avvio della produzione di una nuova linea di prodotti griffata Mag2 (Mutua AutoGestione, ndr) presso la sartoria nata all’interno del carcere di Bollate e con una sede operativa alla RiMaflow di Trezzano sul Naviglio (Milano). Una t-shirt e una shopper realizzate con prodotti naturali e impreziosite da una vignetta creata appositamente da Gianlorenzo Ingrami, in arte Gianlo. Un progetto pensato per avere elevata sostenibilità sociale e ambientale e per riportare la finanza nell’ambito dei valori etici e sociali originari, contribuendo in modo concreto a dare un’opportunità di riscatto a chi ha un passato di sofferenza.

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L’accoglienza per le persone con fragilità sociale

«Abbiamo deciso di supportare questa realtà perché i responsabili dell’associazione (Catena in Movimento) e della cooperativa (Catena in Movimento 2.0) seguono la filosofia della “giustizia riparativa”, nel carcere di Bollate», dice Stefano Panzeri, responsabile comunicazione Mag2. «Un principio che si persegue con la sartoria al quale è legata la raccolta fondi, che accoglie ex detenuti, detenuti e altre persone in situazione di fragilità sociale, come lavoratori “in stato di protezione speciale”, persone impegnate “con lavori socialmente utili” o profughi e rifugiati. A loro forniscono una formazione e un lavoro, spesso temporaneo perché non hanno la forza economica per assumere a tempo indeterminato, ma comunque retribuito in modo equo».

200 magliette e 200 shopper

Le risorse raccolte con le donazioni saranno utilizzate per acquistare i materiali e retribuire i lavoratori attivi nella produzione iniziale di 200 magliette e 200 shopper, da aggiungere alle 50 magliette e 50 shopper già realizzate con un contributo a fondo perduto di Mag2 Finance». Tra le persone aiutate dalla cooperativa ci sono tre profughe ucraine fuggite dalla guerra «alle quali hanno dato accoglienza e si sono prodigati con la prefettura di Milano per trovare loro una sistemazione abitativa. I responsabili si sono impegnati per aiutarle a trovare un lavoro più stabile», prosegue Panzeri.

Da sinistra: Luisa della Morte, presidente del consorzio Viale dei Mille, Stefano Panzeri, responsabile comunicazione di Mag2 Finance, Gianni Fasciolo, vicepresidente di Mag2 Finance, Cristian Loor Loor, responsabile di Catena in Movimento 2.0

L’Alta Finanza si Scatena

ll nome del progetto di crowdfunding è nato partendo dalla scritta che l’artista Gianlo ha scelto per la vignetta: “L’Alta Finanza”. «”Alta” perché è la finanza etica a meritare quest’appellativo, spinta da alti valori etici e sociali, e supporta progetti benefici per le persone, la società e l’ambiente. Da quella scritta di Gianlo abbiamo creato un gioco di parole con il nome della cooperativa Catena in Movimento, aggiungendo “si Scatena” nel senso di “liberarsi dalle catene” (fisiche e sociali) alle quali sono legati i detenuti, ma pure con il significato di “attivarsi”, ” darsi da fare”. Abbiamo deciso di dare vita a questa raccolta fondi per la creazione di una nuova linea di prodotti in vendita sia attraverso il consorzio Viale dei Mille di Milano, sia attraverso altri canali di vendita e online», continua il responsabile comunicazione Mag2.

Questo progetto rappresenta la possibilità di dare una svolta nella propria vita. Io e altri detenuti l’abbiamo pensato per essere parte della soluzione del problema sociale

Cristian Loor Loor, responsabile della cooperativa Catena in Movimento 2.0

Contro il fast fashion

«Per portare avanti questo progetto bisogna comprare i materiali, pagare le persone che producono i prodotti, avere dei macchinari per lavorare. Abbiamo voluto che facesse propri anche i valori della sostenibilità ambientale», prosegue Panzeri. «Le creazioni sono realizzate con prodotti naturali, che non hanno impatto sull’ambiente (siamo contro il fast fashion), sono tutti prodotti coltivati in maniera sostenibile. La scelta del colore bianco e del tessuto grezzo è voluta, per evitare l’uso dei coloranti».

Laboratori esperienziali per un mondo migliore

A vivacizzare il 2024 di Mag2 sarà anche il progetto Sostenibilità condivisa per Economie di Comunità voluto per immaginare nuove visioni capaci di affrontare in modo efficace le crisi del nostro tempo: sociale, ambientale, economica e valoriale. Con cinque laboratori esperienziali dove i partecipanti sono coinvolti nella ricerca delle soluzioni per rendere il mondo un posto migliore dove vivere. Si comincia il 28 febbraio con un tema “caldo”: la crisi climatica. Seguiranno incontri sulla gestione del denaro e sui temi inerenti alla comunità, come il mutualismo, le pratiche di scambio e reciprocità e la sostenibilità condivisa.

Foto per gentile concessione di Mag2

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