Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Education & Scuola

Medicina: ricerca Telethon scopre causa distrofia muscolare

Alcuni ricercatori padovani hanno scoperto la causa della distrofia muscolare e hanno dimostrato che le lesioni muscolari si possono curare

di Redazione

Grazie ai fondi di Telethon, alcuni ricercatori padovani hanno scoperto il meccanismo responsabile della distrofia muscolare e hanno dimostrato che le lesioni muscolari si possono curare. La scoperta, che sara’ pubblicata nel numero di dicembre 2003 della prestigiosa rivista scientifica Nature Genetics, e’ stata fatta da un gruppo di ricercatori dell’Universita’ degli Studi di Padova guidati dai professori Paolo Bonaldo, del Dipartimento di Istologia, Microbiologia e Biotecnologie Mediche, e Paolo Bernardi, Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali e Vicepreside della Facolta’ di Medicina dell’Ateneo patavino. Finora si sapeva infatti che la distrofia e’ causata dall’ assenza di una proteina, il collagene VI, che riveste i muscoli, ma il meccanismo restava ignoto e quindi non esisteva nessuna cura. Il gruppo di ricercatori padovani ha dimostrato che la mancanza del collagene VI causa la malattia agendo sui mitocondri, le ”centrali energetiche” delle cellule. L’assenza del collagene VI manda infatti un segnale di ”corto circuito” ai mitocondri che cominciano a bruciare energia anziche’ produrne, finendo per danneggiare le fibre muscolari. I ricercatori, messi sulla strada giusta dalle osservazioni del gruppo del dottor Luciano Merlini degli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna, che aveva dimostrato lesioni dei mitocondri al microscopio elettronico, e da quelle del prof. Carlo Reggiani (Dipartimento di Anatomia e Fisiologia Umana dell’Universita’ di Padova), che aveva dimostrato debolezza nella contrazione muscolare, sono arrivati all’importante scoperta studiando una patologia muscolare del topo simile alla miopatia di Bethlem e alla distrofia congenita sclero-atonica di Ullrich dell’uomo. Somministrando ai topi un farmaco in grado di chiudere il ”corto circuito” (che e’ dovuto all’apertura di un canale mitocondriale) l’equipe di ricercatori e’ riuscita cosi’ a curare le lesioni e ad impedire la morte delle fibre muscolari. Anche se l’efficacia nell’uomo rimane da dimostrare, questi studi aprono ovvie prospettive terapeutiche per la miopatia di Bethlem e la distrofia congenita sclero-atonica di Ullrich. Rappresentano inoltre una dimostrazione del fatto che la comprensione dei meccanismi a valle della lesione genetica e’ la chiave per lo sviluppo di terapie razionali ed efficaci. La miopatia di Bethlem e’ una patologia muscolare benigna dovuta a mutazioni di uno dei tre geni (COL6A1, COL6A2, COL6A3) responsabili della formazione del collagene VI. I pazienti hanno una moderata atrofia e debolezza dei muscoli del tronco e degli arti. La caratteristica della malattia e’ la presenza di retrazioni dei flessori delle ultime 4 dita della mano, oltre a quelle dei gomiti, delle caviglie e di diverse articolazioni. La prognosi per la vita e’ ottima in quanto il cuore non e’ interessato ed i muscoli respiratori lo sono solo eccezionalmente. La distrofia congenita sclero-atonica di Ullrich e’ dovuta invece a mutazioni recessive nei geni del collagene VI. Si presenta alla nascita con debolezza generalizzata, retrazioni delle articolazioni prossimali e del tronco ed iperlassita’ delle articolazioni distali (da cui il nome di ‘sclero-atonica’). La prognosi e’ spesso grave a causa di una progressiva insufficienza respiratoria. Una variante sclerotica delle malattie di Bethlem e di Ullrich e’ la malattia miosclerotica di Bradley, il cui quadro clinico e’ dominato dalla precocita’ e gravita’ delle retrazioni muscolo-tendinee, mentre la debolezza muscolare e’ minima.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA