Mondo
Sant’Egidio, no alla pena di morte per Saddam e prigionieri iracheni
Abbiano chiesto di non utilizzare piu' questo strumento come strumento di giustizia, ricorda la Comunità di Sant'Egidio.
di Redazione
La Comunita’ di Sant’Egidio si appella all’intera comunita’ internazionale e in particolare a quanti hanno oggi il potere di decidere le modalita’ del processo a Saddam Hussein perche’ ”venga garantita ogni trasparenza, alla presenza di osservatori internazionali, ogni rischio di spettacolarizzazione e perche’ vengano rispettati i principi che hanno ispirato la nascita del Tribunale Penale Internazionale, che, in ogni caso, escludono la pena capitale dai provvedimenti ammissibili”. In un comunicato, la Comunita’ di Sant’Egidio fa presente, inoltre, come oggi nel mondo ”112 paesi abbiano rinunciato alla pena capitale di diritto o di fatto e come la coscienza del mondo, attraverso la Commissione per i Diritti Umani dell’ONU, a Ginevra, a larga maggioranza si sia gia’ pronunciata piu’ volte per fermare tutte le esecuzioni capitali, anche in tempo di guerra”. La Comunita’ di Sant’Egidio, che con altre organizzazioni mondiali ha recentemente celebrato la Seconda Giornata mondiale Citta’ per la Vita-Citta’ contro la pena di morte, che ha collegato il 30 novembre scorso oltre 120 citta’ del mondo, da Santiago del Cile a Barcellona, da Berlino a Sidney e Roma, ricorda come ”in questa circostanza numerosi premi Nobel – primi firmatari Michail Gorbaciov e il Dalai Lama – abbiano chiesto di non utilizzare piu’ questo strumento come strumento di giustizia. Proprio il superamento del terrorismo e un’alta concezione della democrazia invitano a dare un segnale innovativo sul terreno del rispetto del diritto umano fondamentale e di una piu’ alta cultura e civilta’ della vita”.
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