In sei anni, dal 1995 al 2001, la popolazione minacciata dalla poverta’ in Europa e’ passata dal 17% al 15%, ma le persone a rischio restano sempre piu’ di 55 milioni. L’Italia, insieme alla Spagna, con il 19%, supera la media europea, preceduta solo da Irlanda (21%) e Grecia (20%). Minori e giovani i piu’ vulnerabili: un bambino su cinque e’ a rischio poverta’ ed uno su dieci vive in una famiglia senza reddito. Il quadro disegnato dalla Commissione europea, che oggi ha lanciato un nuovo appello agli stati membri per un maggior impegno nella lotta contro l’esclusione sociale, per l’Italia punta l’attenzione soprattutto sui giovani dai 18 ai 24 anni: uno su quattro e’ a rischio poverta’, contro una media europea che si ferma al 18,5%. La causa di questa situazione, che accomuna all’Italia anche Spagna e Portogallo, e’ da ricercare, secondo il rapporto realizzato da Bruxelles, soprattutto nel precoce abbandono scolastico che non consente ai giovani di avere le qualifiche necessarie per fare fronte alla rapida trasformazione della societa’ globale. L’Italia con una percentuale del 29%, contro una media Ue del 18,5%, e’ dopo il Portogallo (43,1%) il paese con il piu’ alto tasso di abbandono scolastico in Europa. Ma gli indicatori di poverta’ e di esclusione sociale contenuti nel rapporto evidenziano altri dati negativi per l’Italia: e’ al primo posto per disoccupati di lunga durata (12 mesi) e lunghissima durata (24 mesi) che rappresentano rispettivamente il 5,8% e il 4,3% della popolazione attiva contro una media Ue del 3,1% e del 2%. Finora gli stati, sottolinea la Commissione europea, hanno attuato un largo ventaglio di politiche contro l’esclusione sociale ed in alcuni casi sono stati raggiunti anche risultati concreti: Belgio, Germania, Portogallo e Gran Bretagna, ad esempio, sono arrivati a ridurre il rischio globale di poverta’ di almeno il 3% dal 1995 al 2001. Secondo lo studio di Bruxelles, tuttavia, sono soprattutto i paesi che investono di piu’ in protezione sociale, come quelli del nord Europa, a registrare il livello di piu’ basso di poverta’: la Svezia si ferma infatti al 10%. Sei le priorita’ indicate oggi dall’esecutivo guidato da Romano Prodi per poter raggiungere l’obiettivo di Lisbona, ossia quello di eliminare la poverta’ entro il 2010: investire in politiche attive del mercato del lavoro, favorire appropriati sistemi di protezione sociale, promuovere l’accesso all’abitazione di coloro che sono piu’ a rischio poverta’, concentrare gli sforzi per prevenire l’abbandono prematuro della scuola e facilitare un passaggio dolce dalla scuola al lavoro, contrastare la poverta’ infantile e quella degli immigrati e delle minoranze etniche. La strada da seguire, per Bruxelles, e’ quella di un sempre maggiore coordinamento tra gli stati, di un maggior coinvolgimento delle realta’ territoriali e locali e della societa’ civile.
Di seguito una tabella che illustra per ogni paese Ue la percentuale di persone a rischio poverta’ nel 1995 e nel 2001:
1995 2001
UE 17 15
ITALIA 20 19
BELGIO 16 13
DANIMARCA 10 11
GERMANIA 15 11
GRECIA 22 20
SPAGNA 19 19
FRANCIA 15 15
IRLANDA 19 21
LUSSEMBURGO 12 12
OLANDA 11 11
AUSTRIA 13 12
PORTOGALLO 23 20
FINLANDIA — 11
SVEZIA — 10
GRAN BRETAGNA 20 17
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