Mondo

Israele: religiosi cristiani evasori fiscali

Lo stato di Israele non vuole accordare l’esenzione ai beni in Terrasanta

di Francesco Agresti

Le comunità cristiane, le parrocchie e gli istituti religiosi in Israele corrono il rischio di essere incriminati per evasione fiscale. I rapporti tra Santa Sede e Israele sono regolati da un Accordo Fondamentale sottoscritto nel 1994 che può essere applicato solo in parte perché lo stato israeliano si rifiuta di negoziare quella relativa alle questioni fiscali.

L?esenzione dalle tasse sulle proprietà ecclesiastiche in Terrasanta è oramai una tradizione secolare. È frutto di accordi fra le potenze occidentali e l?impero Ottomano. L?ONU, con la risoluzione del 29 novembre ’47, che garantiva la nascita di Israele, ha confermato queste esenzioni.
In mancanza di un accordo specifico a volte gli istituti religiosi vengono trascinati in tribunale per reati fiscali.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.