Mondo
Irak e Medio Oriente: giornata da incubo
A Bagdad unautobomba salta in aria e uccide 47 giovani che si stavano arruolando. Nelle stesse ore a Gaza scoppia linferno: 10 i morti palestinesi e Hamas giura: "Non finisce qui"
di Redazione

IRAK – Un’auto imbottita di esplosivo e guidata da un attentatore suicida e’ saltata in aria stamani a Baghdad davanti al centro reclutamento del quartier generale del nuovo esercito iracheno mentre almeno 400 giovani stavano facendo la fila per arruolarsi. Il bilancio, secondo fonti dell’ospedale Al-Yarmouk, e’ sinora di 47 morti e 35 feriti, di cui alcuni in gravi condizioni. L’attentato odierno segna 24 ore di fuoco contro gli iracheni che cercano un futuro tra le file del nuovo esercito e che finora ha fatto un centinaio di morti. Ieri mattina, infatti, un’altra autobomba era esplosa davanti ad una stazione di polizia a Iskandariya, 40 chilometri a Sud di Baghdad, facendo circa 50 morti e oltre 70 feriti tra alcune centinaia di uomini, per lo piu’ giovani, che si accalcavano davanti al commissariato per iscriversi nelle liste delle reclute. Il vice ministro degli interni, Ahmad Ibrahim Kadhim, ha addossato la responsabilita’ dell’attacco di oggi ”ad elementi ancora fedeli al deposto regime di Saddam Hussein e infiltrati stranieri”. L’attentato suicida – come ha precisato il colonnello americano Ralph Baker – e’ avvenuto alle 07:40 locali (le 05:40 in Italia) ed e’ stato messo a segno ”da un uomo solo ed era diretto completamente contro cittadini iracheni”. Il portavoce ha detto inoltre che a saltare in aria e’ stato un veicolo di colore bianco carico con 150-250 chilogrammi di esplosivo cui erano stati aggiunti proiettili di artiglieria per amplificare l’effetto dirompente della deflagrazione. Il quartier generale dell’esercito iracheno si trova nella zona del vecchio aeroporto di Al Muthana, un piccolo scalo rimasto abbandonato per diversi anni ed ora utilizzato dalle nuove forze armate irachene. Nelle vicinanze c’e’ la sede di un piccolo gruppo integralista.
GAZA – Dieci palestinesi uccisi e decine di feriti: questo il bilancio provvisorio di duri scontri a fuoco divampati stamane nella striscia di Gaza in seguito a due incursioni militari israeliane, nel rione Sajjaya a Gaza City e nella citta’ di Rafah. Le operazioni militari proseguono nella tarda mattinata e Israele afferma di non aver avuto perdite. In una prima presa di posizione Saed Syam, un dirigente di Hamas, ha avvertito che la reazione della sua organizzazione sara’ molto decisa e ha previsto che ”restera’ impressa nella memoria dei sionisti”. A Sajjaya – un rione popoloso – gli incidenti sono iniziati all’alba quando reparti blindati della brigata Ghivati e membri della unita’ scelta Orev hanno cercato di sorprendere e catturare Ashraf Hassanin, un responsabile militare di Hamas. La reazione dei miliziani palestinesi e’ stata decisa, ha detto un portavoce militare a Tel Aviv. I soldati israeliani sono stati subito oggetto di un nutrito fuoco dai palazzi circostanti e numerosi ordigni sono stati fatti esplodere in prossimita’ dei mezzi militari. Presto le strade di Gaza sono state attraversate da numerose ambulanze, che procedevano a sirene spiegate. Alla fine della mattinata il bilancio di questa battaglia e’ di nove palestinesi uccisi e di alcune decine di feriti.Il nome piu’ noto dei miliziani uccisi e’ quello di Hani abu Askilah, un membro del braccio armato di Hamas vicino allo sceicco Ahmed Yassin. Ma fra le vittime, ha detto il dottor Ibrahim al-Habbash dell’ospedale Shifa, vi sono anche alcuni civili fra cui Mohammed Hillas, figlio del segretario generale di al-Fatah a Gaza. Altri scontri sono avvenuti a Rafah, dove reparti israeliani sono impegnati nella ricerca di tunnel utilizzati per il contrabbando d’armi. Un palestinese e’ morto dopo essere stato colpito alla testa da un proiettle israeliano nel corso di un aspro scontro a fuoco. Sempre a Gaza un ulteriore scontro a fuoco e’ in corso nei pressi dell’ufficio di Mohammed Dahlan, ex comandante della sicurezza preventiva palestinese. Abitanti del rione sostengono che si tratta comunque di una faida fra famiglie rivali e che non si segnalano vittime.