Mondo

Via il marchio, via la vergogna

Sierra Leone. Parla il chirurgo che cancella i simboli di morte dai bambini-soldato.

di Redazione

I ribelli del Ruf (Revolutionary United Front) le avevano incise sui corpi, nella carne, quelle tre lettere maledette, il marchio della vergogna. Lui, tre anni fa, ha allestito un reparto di chirurgia plastica all?ospedale di Lunghi, in Sierra Leone, per cancellarle con il bisturi. Crescenzo D?Onofrio, chirurgo plastico in ?missione?, le ha rimosse una a una dalla pelle degli ex bambini soldato della Sierra Leone, arruolati con la forza dai guerriglieri. Ci avevano già provato da soli, in tutti i modi, persino con la soda caustica. Con quel marchio addosso, che li bollava come assassini, non potevano tornare al loro villaggio. Il bisturi non poteva cancellare il passato né i danni psicologici; ma solo facilitare il reinserimento di quei ragazzini nella vita sociale. Un?esperienza forte, che ha lasciato un segno nel chirurgo. “Mi ricordo una ragazza tredicenne, una leader nel suo gruppo, che si vantava del numero di persone uccise, che nel reparto giocava con una bambola, e a volte la sera pregava”. Ad aiutare il medico italiano a rimuovere i tatuaggi c?era anche un chirurgo del posto cui i bambini soldato avevano ucciso i genitori .D?Onofrio, chirurgo estetico a Roma, ha vissuto nel 1999 la prima esperienza come volontario in Mozambico e, da allora, ogni rientro in Italia è stato sempre più breve. In Sierra Leone ci è arrivato nel 2001, chiamato dall?Unicef e da International Medical Corps che, in collaborazione con l?italiana Coopi, ha un progetto per gli ex bambini soldato.

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