Firmata in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, la Convenzione sulla diversità biologica è entrata in vigore nel 1993. Sono più di 180 i Paesi del mondo che l?hanno ratificata. La Convenzione, più comunemente definita Biodiversità (sito internet www.biodiv.org), individua le linee di condotta per la conservazione della biodiversità in tutti i Paesi e richiede a chi l?ha ratificata di elaborare strategie nazionali a tutela della biodiversità. A oggi soltanto una settantina di Paesi hanno provveduto ad ottemperare questo compito. Riconosce la sovranità nazionale sulle risorse biologiche e afferma il principio del consenso informato preventivo (Pic), prima che le risorse vengano esportate da un Paese a un altro. Ma cosa dice?
Stabilisce che l?impiego della biodiversità debba essere reso sostenibile ovunque e che i benefici che conseguono dal suo utilizzo debbano essere equamente condivisi dal Paese che le possiede e da quello che le utilizza. Sino ad oggi, attraverso i finanziamenti provvisti dal Gef (Global environmental facility) sono stati spesi oltre 1 miliardo di dollari in 120 Paesi in via di sviluppo per progetti in difesa della biodiversità. Nell?ambito della Convenzione è stato approvato nel 2000 un Protocollo di Biosicurezza (Biosafety Protocol) che, tra l?altro, consente ai governi la scelta di ammettere o meno l?importazione di prodotti geneticamente modificati. Il Protocollo entra in vigore solo dopo che lo abbiano ratificato 50 Paesi della Convenzione, cosa che è avvenuta l?11 settembre 2003 con la cinquantesima ratifica.
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