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Zimbabwe: Fmi, i dati del disastro
La produttivita' economica e' crollata di un terzo negli ultimi cinque anni; nello stesso periodo, la poverta' e' raddoppiata, la frequenza scolastica diminuita del 65%.
di Redazione
La produttivita’ economica dello Zimbabwe e’ crollata di un terzo negli ultimi cinque anni; nello stesso periodo, la poverta’ e’ raddoppiata, la frequenza scolastica diminuita del 65 per cento. Sono alcuni dei dati diffusi dal Fondo Monetario Internazionale -li rende noti oggi la Bbc on line- che documentano il tragico tracollo dello Zimbabwe, una volta, e non molti anni fa, considerato il granaio dell’Africa. L’Fmi stima, inoltre, che l’inflazione sia annualmente raddoppiata negli ultimi tre anni, e si attesti attualmente al 600 per cento, mentre la dosoccupazione e’ al 70 per cento. In tutto cio’, sostiene ancora il documento, lo Zimbabwe non dimostra alcuna volonta’ di cooperare con l’Fmi, che ha avviato alla fine dell’anno scorso la procedura per espellerlo, dopo aver comunque ‘congelato’ la situazione del paese dal 1988. Lo Zimbabwe, tra l’altro, e’ debitore verso il Fondo Monetario Internazionale di 248 milioni di dollari, e finora ne ha restituiti sei. Severo richiamo, inoltre, nel documento ad Harare perche’ si impegni nella lotta all’Aids. Fonti concordi segnalano che oltre il 30 per cento della popolazione adulta e’ sieropositiva, con picchi enormi nell’esercito. La politica del presidente ‘padre padrone’ dello Zimbabwe Robert Migabe -al potere dall’indipendenza, 1980- ha portato, stando al parere unanime degli osservatori, il paese, una volta ricco e fiorente, alla rovina. Ma per Mugabe e la sua propaganda, ovviamente, la tragedia economica e’ colpa di una congiura del colonialismo bianco, che si oppone alle sue riforme.
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