Cultura
2 Giugno: Focsiv e Caritas rilanciano l’obiezione di coscienza
Vogliamo festeggiare la Repubblica ricordando il valore della pace, del dialogo, della nonviolenza - sempre e ovunque, soprattutto in un mondo afflitto dalla guerra e dal terrorismo
di Redazione
Vogliamo festeggiare la Repubblica senza falsi sensi di sicurezza, ricordando il valore della pace, del dialogo, della nonviolenza – sempre e ovunque, soprattutto in un mondo afflitto dalla guerra e dal terrorismo, alimentati anche da povertà, disuguaglianze, ingiustizie e sottosviluppo- e recuperando a questi valori anche un gesto attivo di responsabilità, un diritto costruito in trent?anni della nostra storia: l?obiezione di coscienza, in particolare al servizio militare e all?uso delle armi, come assunzione di responsabilità politica e sociale.
Quest?anno la drammaticità di avvenimenti internazionali, la crescita del mercato delle armi, l?aumento in Finanziaria delle spese per la difesa armata e il contemporaneo minore impegno nella lotta al sottosviluppo e nella cooperazione internazionale, l?orizzonte della sospensione della leva, il travagliato avvio del servizio civile volontario sono fatti che sembrano oscurare i valori che si esprimono con la scelta dell?obiezione di coscienza.
Per questi motivi, in occasione del 2 giugno, CARITAS ITALIANA e VOLONTARI NEL MONDO – FOCSIV scelgono di rilanciare le motivazioni autentiche dell?obiezione di coscienza con due proposte:
Si tratta di un primo passo per costruire e articolare sul territorio percorsi formativi e per recuperare e rinnovare il senso originario del servizio civile, nato a suo tempo come proposta alternativa al servizio militare. La sua carica valoriale, contrapposta alla logica della guerra e della violenza, apre a relazioni fraterne, al rispetto della dignità umana, al dialogo e alla riconciliazione pacifica. Ed è stimolo per ognuno:
A distanza di oltre trent?anni dalla legge 772 è importante non disperdere – soprattutto nell?attuale momento storico ? il patrimonio dell?obiezione di coscienza, ma riproporlo in forme rinnovate. Perché la festa della nostra Repubblica sia per tutti occasione di nuova e più alto coinvolgimento responsabile per il bene comune.
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