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Afghanistan: l’addio di Medici senza frontiere

Msf sospende le attività nel Paese. Proseguono solo le operazioni d'emergenza. E intanto i guerriglieri preannunciano altra violenza

di Redazione

Medici Senza Frontiere sospende le operazioni in Afghanistan. L’annuncio e’ stato dato dall’organizzazione umanitaria internazionale, all’indomanidell’agguato costato la vita a cinque dei suoi volontari (una belga, un norvegese, un olandese e due afghani). Nel paese, recita un comunicato, proseguiranno solo le ”attivita’ di emergenza”.

Ora si teme un?escalation di violenza nel Paese, anche in seguito al preoccupante annuncio, arrivato stamane, fatto da miliziani fedeli al deposto regime dei Taleban, che hanno promesso operazioni di larga scala in tutto il paese in vista delle elezioni in programma per settembre. Volantini sono stati distribuiti alla popolazione nella provincia sudorientale di Paktika in cui si minacciano attacchi contro gli afghani che non boicotteranno il voto.

I cinque volontari di Medici senza frontiere sono stati uccisi nella provincia di Badghis, nel nord-ovest dell’Afghanistan. Gli operatori sono caduti in un’imboscata mentre viaggiavano in auto tra le montagne dell’impervia zona di Khair Khana. A quanto ha riferito il governatore provinciale, Azizullah Afzali, ignoti assalitori hanno aperto il fuoco contro il veicolo che trasportava i tre medici stranieri e i loro due collaboratori afghani. I corpi senza vita dei cinque sono stati trovati nell’auto crivellata di proiettili. La dinamica dell’imboscata e’ stata confermata dal comandante della polizia di Badghis, Amir Sha Nayebzada.

Dalla caduta del regime dei taleban, alla fine del 2001, 26 fra stranieri e afghani impegnati in operazioni di aiuto alla popolazione sono rimasti uccisi, ma quello di ieri e’ il piu’ grave attentato avvenuto negli ultimi anni in Afghanistan contro organizzazioni umanitarie.

L’imboscata e’ avvenuta in una regione, quella di Baghdis, che era ritenuta abbastanza sicura. Gli attacchi di militanti integralisti islamici contro stranieri che lavorano per organizzazioni non governative e in progetti di cooperazione sono infatti piuttosto frequenti nel sud e nell’est dell’Afghanistan, ma rari nel nord e nell’ovest. Negli ultimi tempi, tuttavia, le azioni di guerriglia si sono intensificate in tutto il paese, militari afghani hanno respinto oggi un massiccio attacco di combattenti filo-taleban nella provincia di Zabul, nel sud dell’Afghanistan. Secondo il comandante provinciale della polizia afghana nei combattimenti, durati diverse ore, sono rimasti uccisi almeno tre guerriglieri e tre soldati di Kabul. Nella stessa provincia di Zabul lunedi’ sono stati impegnati anche militari americani.

Una dura condanna per l’agguato teso ad un gruppo di volontari di Medici Senza Frontiere, cinque dei quali sono rimasti uccisi, nella provincia nordoccidentale dell’Afghanistan, e’ arrivata dall’Onu: Jean Arnault, Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha definito l’attacco ”un altro tragico ed inaccettabile atto diretto contro la comunita’ che opera per garantire assistenza umanitaria”. Arnault ha quindi chiesto alle autorita’ del paese di indagare sull’accaduto. Il rappresentante di Annan ha poi sottolineato la necessita’ di garantire la sicurezza degli operatori umanitari che lavorano in Afghanistan per aiutare chi ne ha bisogno e rafforzare le istituzioni del paese.

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