Mondo
Un’equipe di medici italiani a Nablus per 40 piccoli cardiopatici
L'equipe guidata dal professor Carlo Vosa, cardiochirurgo pediatrico presso l'ospedale Monaldi di Napoli partirà domani per un tour di visite. I casi più gravi trasferiti in Italia
Un gruppo di medici napoletani domani volera’ a Nablus, per prestare assistenza a quaranta piccoli pazienti dei Territori palestinesi, che aspettano di essere visitati. Sono bambini affetti da cardiopatia congenita complessa e per alcuni di loro potrebbe essere necessario un intervento al cuore, un’operazione che le strutture locali non sono in grado di affrontare.
Per quei bambini la speranza di essere curati e’ affidata alle mani dell’equipe guidata dal professor Carlo Vosa, cardiochirurgo pediatrico presso l’ospedale Monaldi di Napoli che, assieme al collega Felice Rosapepe e all’elettrocardiografista Marco Mocerino, volerà in Palestina. Il professor Vosa non e’ nuovo a questo tipo di iniziative. ”Ci siamo gia’ occupati di altri bambini nel dicembre scorso e nel febbraio di quest’anno. Per quanto riguarda Nablus, i casi piu’ semplici saranno subito trattati sul posto mentre per i bambini piu’ gravi si provvedera’ al trasferimento nelle strutture di Napoli dove saranno operati”, ha detto il cardiochirurgo.
L’equipe dei medici fara’ prima tappa a Nablus e poi a Ramallah dove si cerchera’ di portare a termine un progetto avviato a febbraio con la collaborazione della presidenza della Regione Campania e il ministro della Sanita’ palestinese Jawad Tibi e che interessa tutta l’area del Mediterraneo.
Un progetto a cui Vosa tiene molto e che riguarda la formazione professionale e il training dei cardiochirurghi pediatrici e delle infermiere degli ospedali nei Territori palestinesi affinche’ i bambini che necessitano di un intervento al cuore possano essere operati nelle strutture locali. ”Quella della Palestina – conclude Vosa – e’ una situazione difficile, solo in parte dovuta al sottosviluppo. La cosa piu’ importante adesso e’ di aiutare i medici nella formazione, bisogna rompere il loro isolamento in modo che questi bambini possano essere aiutati”.
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