Volontariato

Tdm a caccia di errori in 13 ospedali italiani

Presentato il progetto "Imparare l'errore", una sperimentazione per rilevare e censire gli sbagli più frequenti che avvengono nella pratica ospedaliera. La ricerca sarà condotta in 13 ospedali ital

di Benedetta Verrini

Dal San Raffaele di Milano al Policlinico Umberto I di Roma, 13 strutture ospedaliere italiane si metteranno sotto la lente del Tribunale dei diritti del malato per censire gli errori più frequenti nella routine medica. L’iniziativa, ‘fase operativa’ del progetto ”Imparare dall’errore”, è stata annunciata oggi durante il decimo incontro nazionale fra il Tdm e i direttori generali delle aziende sanitarie di tutt’Italia, presso il Cto Alesini a Roma. La sperimentazione punta a registrare, analizzare e prevenire gli errori nella pratica medica ed assistenziale.
Negli ultimi cinque anni, le denunce di errori terapeutici da parte dei cittadini sono raddoppiate. Secondo i dati raccolti dal Pit Salute, il servizio di consulenza Tdm, gli sbagli piu’ frequenti commessi in corsia riguardano ortopedia e traumatologia (16,32%), oncologia (12,97%), ostetricia e ginecologia (10,95%), chirurgia generale (10,89). In Usa, il Rapporto ”Errare e’ umano” dell’Institute of Medicine attribuisce alle ‘sviste’ mediche da 44mila a un massimo di 98mila vittime l’anno, piu’ di quelle dovute negli stessi Stati Uniti a incidenti d’auto (43mila), tumori al seno (42mila) e Aids (16mila). ”Innanzitutto – afferma Teresa Petrangolini, segretario nazionale del Tdm – riconosciamo che gli errori esistono e andiamo oltre la semplice accusa o l’apertura di un fascicolo giudiziario: bisogna, invece, individuare i fattori di rischio e metterli sotto controllo”. Questo l’obiettivo del progetto, il primo in Italia, promosso dal Tdm in collaborazione con i medici di famiglia della Fimmg, gli ospedalieri dell’Anaao e la Fiaso, sulle orme di esperienze analoghe condotte in Usa, Svezia, Danimarca e Spagna.
In tutte le Aziende che partecipano alla sperimentazione saranno create ‘Unita’ di gestione del rischio’, task force a cui spettera’ registrare gli eventi sentinella in una sorta di ‘scatola nera’ e mettere appunto un Rapporto annuale, una mappa dei rischi aziendale e un piano di azione vincolato a un budget. Tutto questo entro la fine del primo anno di sperimentazione.

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