Cultura
Governo. Tregua nella Cdl, in attesa di discorso premier
Domani mattina Berlusconi riferisce della situazione al mattino al Senato e al pomeriggio alla Camera. Tregua armata con l'Udc, ma ancora non c'è accordo sul nuovo ministro all'Economia
di Redazione
Sara’ un passaggio affatto rituale quello di Berlusconi domani, prima in Senato poi alla Camera. Dopo gli incontri non particolarmente fruttuosi delle due ultime notti, nei quali, a Palazzo Chigi, si e’ tentato di porre la parola fine alla verifica infinita che si trascina da oltre un anno, la maggioranza di centrodestra sembra presentarsi nella formazione che ormai caratterizza questi ultimi giorni: da un lato l’Udc che mantiene tutte le sue riserve di sostanza sul profilo che la Casa delle Liberta’ deve darsi in questo fine legislatura, dall’altro Forza Italia, Lega Nord ed ora anche An, orientati, dopo l’uscita di Tremonti dall’esecutivo, a considerare risolto l’ostacolo principale a rinnovati rapporti di collaborazione. Se con l’approvazione della legge sul conflitto d’interessi, avvenuta oggi alla Camera, l’Udc considera risolto positivamente un aspetto negativo per l’immagine della maggioranza, rimane in piedi un altro tema che tocca nervi scoperti nella Cdl e, piu’ in generale in tutti gli schieramenti, ed e’ quello della Rai. La decisione dell’Udc di mantenere la propria risoluzione in Commissione di Vigilanza, sulla quale l’opposizione ha annunciato di voler confluire, fara’ emergere l’inedito schieramento di un centrosinistra che votera’ per l’applicazione letterale di una norma della legge Gasparri, contro la quale votera’ invece, con l’eccezione dell’Udc, lo schieramento che l’ha voluta. Uno scenario possibile e’, tuttavia, quello che vedra’ rinviato anche il voto di domani, destinato a sancire, se avvenisse, una rottura nella maggioranza. Al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il compito, se lo vorra’, di indicare domani mattina un quadro macro-economico per il 2005 ed il 2006 in grado di ricompattare la sua maggioranza: in buona sostanza il compito di aprire la campagna elettorale per le politiche. E’ un tema delicato, specie dopo la sentenza di oggi della Corte di Giustizia Europea in materia di patto di stabilita’. La Finanziaria che pre-annuncera’ dira’ se le preoccupazioni di Follini e dei suoi in materia di rapporto tra sacrifici e sviluppo saranno state tenute presenti oppure no. Stanti i non brillanti passi avanti del tavolo sulle riforme e le incomprensioni manifestatesi al tavolo politico, almeno un’attenzione sulle proposte di politica economica e’ quanto si aspettano i neo-centristi della Cdl, in attesa di quel Consiglio nazionale di venerdi’ 16 che potrebbe sancire, in caso di permanere dell’insoddisfazione, il passaggio all’appoggio esterno del gabinetto Berlusconi. Del tutto improbabile appare infatti l’idea di associare al governo Marco Follini, rilanciata, a quanto pare, ieri notte da Alleanza Nazionale, dopo che l’Udc aveva proposto di affidare a Fini il ministero dell’Economia. La circostanza che Follini continua ad essere l’unico leader della Cdl fuori dal governo (rafforzata dalla sua decisione di optare per il Parlamento Europeo), continua ad essere considerata ‘anomala’.
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