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Iraq: il giorno più nero. 120 morti e terrore

La strage avviene ad appena 3 giorni dall'avvio della Conferenza Nazionale che dovra' portare alla nascita di un organismo di controllo della attivita' governativa.

di Redazione

Stamattina nella citta’ irachena di Baquba si e’ spalancato l’inferno: un kamikaze ha fatto esplodere un furgone imbottito di tritolo e ha causato una carneficina. Secondo le cifre fornite dal ministero della sanita’, i morti sono almeno 68 e i feriti 56, molti dei quali versano ora in condizioni disperate. Ma l’offensiva della guerriglia non si e’ limitata a questo. Nel resto del Paese ci sono stati diversi altri attacchi e nel tardo pomeriggio il bilancio totale, compreso il massacro a Baquba, e’ di circa 120 morti tra cui almeno 35 guerriglieri. Si tratta di una delle piu’ sanguinose giornate dalla fine della guerra e certo una delle peggiori dal passaggio dei poteri agli iracheni, esattamente un mese fa. La strage avviene inoltre ad appena tre giorni dall’avvio della Conferenza Nazionale che dovra’ portare alla nascita di un organismo di controllo della attivita’ governativa, il Consiglio Nazionale. Un appuntamento cruciale sulla via della ricostruzione istituzionale del Paese.

Erano passate da poco le 09:00 quando il furgone con a bordo l’attentatore suicida e’ arrivato lentamente davanti alla stazione di polizia di Baquba, dove decine di persone erano in fila per essere registrate nelle liste del reclutamento. Nel vicino mercato coperto la gente si affollava a fare spese. Nella strada trafficata si trovava a passare anche un minibus carico di persone, ma il kamikaze non ha avuto esitazioni. L’esplosione e’ stata potentissima e oltre a falciare le vittime designate, ossia i ragazzi o padri di famiglia che per sbarcare il lunario si arruolano nella polizia e per questo sono visti come collaborazionisti dalla guerriglia, ha massacrato decine di altri civili. Solo sul minibus sono stati contati 21 cadaveri carbonizzati. L’onda d’urto ha seminato morte e distruzione in un raggio molto vasto. Una tempesta di schegge e di fuoco ha fatto scempio di decine di corpi. Una troupe televisiva della Reuters giunta sul posto poco dopo ha girato immagini di cadaveri, anche di bambini, ancora avvolti dalle fiamme. Nonostante la devastazione, rapidamente si e’ radunata molta gente desiderosa di portare soccorso ai feriti. Decine di persone sono state caricate a braccia su mezzi di fortuna e portate in ospedale. In molti si sono anche dati da fare per raccogliere e portare a sepoltura membra umane sparse sull’asfalto, tra i detriti. Le fonti ospedaliere di Baquba hanno riferito che ”l’obitorio, si e’ rivelato troppo piccolo” per contenere tutti i cadaveri. In molti sono anche arrivati per cercare i propri cari, o anche solo per vedere il massacro. La polizia e’ infine dovuta intervenire sparando in aria per disperdere la folla. Baquba e’ una cittadina di media grandezza ad una sessantina di chilometri a Nord di Baghdad, e sorge nel cosiddetto ‘triangolo sunnita’, ma e’ abitata anche da sciiti. Gia’ in passato e’ stata teatro di sanguinosi attentati, alcuni dei quali sono stati rivendicati dal gruppo che fa capo a Abu Musab Zarqawi, il giordano che secondo le autorita’ americane e’ il luogotenente di Osama bin Laden in Iraq. Anche in questo caso, le autorita’ locali puntano il dito contro di lui. Ma l’offensiva del terrorismo purtroppo oggi non si e’ fermata a Baquba. A Baghdad, una donna e un ragazzo di 13 anni sono stati uccisi e altre cinque persone state ferite da un ordigno esplosivo, probabilmente un razzo, che ha colpito Haifa Street, in un quartiere residenziale del centro. Nel Sud, nella citta’ di Soweira, vicino all’antica citta’ di Babilonia, sette poliziotti e 35 guerriglieri sono rimasti uccisi in uno scontro a fuoco a cui hanno partecipato anche forze americane ed ucraine. Le forze Usa hanno inoltre reso noto che un soldato americano e’ stato ucciso ieri da una bomba che e’ esplosa al passaggio di un convoglio militare a Balad Ruz, vicino a Baquba. Quattro poliziotti iracheni sono stati uccisi e un altro e’ stato ferito dall’esplosione di una bomba su un ponte a Habaniah, nei pressi di Falluja, a Ovest di Baghdad. Il poliziotto ferito e’ il capo della polizia di Habaniah. A Ramadi, alcuni uomini armati hanno rapito i tre figli del governatore della provincia di Anbar, Abdel Karim Berges. Gli assalitori hanno fatto irruzione nella sua abitazione, hanno prelevato i tre ostaggi, Ezzedin, Mustafa’ e Ibrahim, di eta’ fra i 15 e i 30 anni e se ne sono andati appiccando le fiamme alla casa, dopo aver fatto uscire la moglie e le figlie del governatore, che hanno lasciato libere. Infine, un portavoce americano ha in serata detto che due soldati della coalizione, di cui non ha specificato la nazionalita’, sono stati uccisi in diversi attacchi nella provincia di Anbar, ovest di Baghdad. In quest’atmosfera, Baghdad si prepara all’apertura sabato della grande Conferenza Nazionale, a cui parteciperanno un migliaio di delegati e da cui deve nascere un organismo di un centinaio di membri che si chiamera’ Consiglio Nazionale ad interim e che dovra’ approvare il bilancio statale del 2005. Con una maggioranza di due terzi, il Consiglio, che dovra’ supervisionare l’attivita’ dell’esecutivo fino alle elezioni previste per gennaio 2005, potra’ anche mettere il veto alle decisioni del governo. I timori per la sicurezza e per un ennesima offensiva della guerriglia avevano fatto pensare ad un possibile rinvio dell’ evento. Anche l’Onu ha suggerito un rinvio ”per dare piu’ tempo ai preparativi”. Ma Fuad Massoum, capo comitato organizzatore lo ha escluso. ”Abbiamo un grande rispetto per le Nazioni Unite – ha detto – ma e’ in gioco la nostra credibilita’. Ogni rinvio sarebbe percepito in maniera negativa”.

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