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Darfur, Signor Presidente del Consiglio…

Inizia così la lettera che Il Coordinamento Italiano Network Internazionali (Cini) ha scritto a Berlusconi. La crisi umanitaria coinvolge oltre 2 milioni di persone. Dall'Italia tante promesse

di Redazione

Le scriviamo in merito alla crisi umanitaria in atto nella regione del Darfur, dove più di un milione di persone sono state costrette a lasciare le proprie case e centinaia di migliaia soffrono gli effetti di un’emergenza descritta come una delle più gravi al mondo.

Secondo le Nazioni Unite, dei 2 milioni e 200 mila civili coinvolti nella crisi umanitaria, il 49% non ha accesso ad aiuti alimentari, il 93% a servizi sanitari, il 67% all’acqua potabile, l’88% ad un riparo.

Poche settimane fa Margherita Boniver, Sottosegretario agli Affari Esteri con la delega per i diritti umani, di ritorno da una missione esplorativa nella regione, ha confermato al Governo Italiano e all’opinione pubblica la gravità della situazione .

Anche se, nelle ultime settimane, la capacità operativa delle Nazioni Unite e delle Organizzazioni Non Governative attive nel Darfur è aumentata, esiste ancora un forte divario fra la misura dei bisogni e quella delle risorse disponibili per soddisfarli.

Kofi Annan pochi giorni fa ha chiesto ancora alla comunità internazionale un impegno maggiore nell’ottemperare le dichiarazioni fatte a sostegno delle attività di assistenza, attraverso un decisivo incremento dei fondi destinati agli aiuti.
Le agenzie delle Nazioni Unite hanno sino ad ora ricevuto solo $145 milioni dei $349 milioni che erano stato richiesti.

Proprio queste settimane, mentre l’inizio della stagione delle piogge sta peggiorando ulteriormente la già tragica situazione, sono cruciali affinché attraverso un’azione su grande scala si eviti la perdita, inaccettabile, di vite umane.

L’Italia, con i 6,115 milioni di Euro stanziati, pari all’1,6% del totale dei fondi allocati per la crisi nel Darfur dalla comunità internazionale, si colloca ad oggi solo al dodicesimo posto nel gruppo dei donatori.

Ciò sembra non corrispondere né alle parole di forte impegno pronunciate da esponenti del Governo Italiano nelle ultime settimane, né ai patti siglati in sede di Consiglio dei Ministri della Unione Europea (Barcellona 2002) in cui lo stesso Governo si era prefisso di stare al passo con gli altri Paesi della UE nell’incremento delle risorse da devolvere in Aiuto ai Paesi in Via di Sviluppo, assumendo obiettivi vincolanti e tempi definiti al fine di contribuire all’innalzamento allo 0,39% della media europea delle risorse destinate alla cooperazione internazionale entro il 2006.

Presidente, come logica conseguenza della lettera inviatale l’8 luglio scorso con la richiesta di salvaguardare gli impegni presi a livello internazionale ed aumentare le risorse per la lotta alla povertà nel mondo, ci appelliamo a Lei affinché l’Italia rafforzi da subito il suo impegno, incrementando gli stanziamenti indirizzati al Fondo delle Nazioni Unite per il Darfur e il Ciad, così come quelli che, a nostro parere, dovrebbero essere diretti in misura crescente alle organizzazioni non governative italiane impegnate nella regione?.

La foto in alto che rappresenta una mamma del Darfur con il suo bambino è di Save the Children

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