Mondo
Iraq, che fine ha fatto Tareq Aziz? Rischia la pena di morte
Un anno e mezzo fa aveva incontrato il Papa. L'accusa parla di ''omicidio collettivo'
di Redazione
Tareq Aziz, uno dei volti piu’ noti e forse il piu’ presentabile del regime di Saddam Hussein, rischia di essere condannato a morte. L’uomo, che appena un anno e mezzo fa ha incontrato il papa, e’ stato accusato di ”omicidio collettivo”. L’ex vice premier iracheno scrive in una lettera indirizzata alla sua famiglia che il tribunale speciale di Baghdad lo ha accusato di essere implicato nell’uccisione, in combutta col suo capo, di centinaia di oppositori politici. Per questo reato e’ prevista la pena di morte, secondo l’articolo 111 del codice penale iracheno recentemente adottato.
Tareq Aziz ribatte che si tratta di ”accuse totalmente false”. Lo ha reso noto oggi il figlio, Ziad Aziz, che vive in Giordania. In particolare l’accusa che pende sul capo del vice di Saddam riguarda il suo ruolo nelle sanguinose repressioni del regime contro oppositori politici nel 1979 e nel 1991. Nel 1979 un centinaio di iscritti al partito Baath, accusati di tradimento, erano stati fucilati pochi mesi dopo l’arrivo al potere di Saddam. Nel marzo 1991 il regime aveva represso nel sangue una ribellione nell’Iraq meridionale. Nel 2003 sono state trovate numerose fosse comuni nella stessa regione. ”Sono in buona salute, e anche il morale e’ buono”, scrive l’ex numero due del regime iracheno e chiede che la famiglia gli trovi degli avvocati: ”cercate di formare una squadra di avvocati iracheni, arabi e stranieri per difendermi contro queste, che sono accuse infondate”. Il tribunale, precisa il figlio, ”lo ha infatti informato che ha il diritto di avere un avvocato”. Tareq domanda nella lettera d’essere messo in contatto con padre Benjamin, il religioso francese che nel febbraio del 2003, ad appena un mese dall’inizio della guerra in Iraq, aveva organizzato nei dettagli la sua visita in Vaticano. Nato Micael Yuhanna a Mossul nel 1936, Tareq Aziz, cristiano caldeo, l’unico non musulmano che e’ stato al vertice della dittatura di Saddam, era venuto in visita in Italia il 13 febbraio 2003. Era stato ricevuto il 14 febbraio dal papa e poi dal ministro degli Esteri Frattini. Sulla lista dei 55 uomini del regime ricercati dagli americani, Tareq Aziz si e’ arreso nell’aprile del 2003 alle autorita’ statunitensi in Iraq. Uomo colto e affabile, volto presentabile del regime secondo la definizione di molti, e’ laureato in letteratura inglese. Giornalista prima e ministro dell’Informazione poi, Tareq Aziz e’ stato per otto anni ministro degli Esteri, proprio durante la prima guerra del Golfo nel 1991. Di se’ ha sempre detto di essere ”semplicemente un patriota”, e con quegli occhiali un po’ demode’ e la piccola statura, ha sempre comunicato l’immagine di un uomo non aggressivo. Rare infatti le sue foto in divisa militare, o ancor peggio con fucili ed armi in mano come amava farsi ritrarre Saddam, imitato dai maggiorenti del regime.
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