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Iraq. Vaticano pronto a mediare per Najaf

Lo ha detto il segretario di Stato Aneglo Sodano all'inviato del Gr2 a Lourdes. “Lo scopo è che tutte le parti si mettano attorno ad un tavolo e trattino"

di Redazione

La Santa Sede, preoccupata dalla deriva degli eventi in Iraq, e’ disponibile a una mediazione per salvare Najaf, la citta’ santa degli sciiti in Iraq, sconvolta dai combattimenti. Nelle parole del cardinale Angelo Sodano tale mediazione, piu’ che di carattere politico, dovrebbe essere una pratica di ”buoni uffici” ”perche’ tutte le parti si mettano attorno a un tavolo e si parlino”. Di questa disponibilita’ della Santa Sede a invitare le parti in causa a un dialogo per salvare Najaf il segretario di Stato ha parlato ieri a Lourdes con il Gr2. ”Se sara’ richiesta – ha detto Sodano – ben volentieri il Papa acconsentira’ a questa mediazione: lo scopo e’ che tutte le parti si mettano intorno a un tavolo e si parlino”. Il cardinale ha poi spiegato che ”tutta l’opera del Papa e della Santa Sede e’ un’opera di mediazione, anche se non sempre nel senso tecnico previsto dal diritto internazionale – ha spiegato – per il quale una mediazione puo’ essere richiesta solo da uno Stato. Ma esiste – ha proseguito – un altro tipo di mediazione che si esplica nel cercare di aiutare le parti a parlarsi. E a questa siamo sempre disponibili. Certamente il Papa non si tirera’ indietro”. Una richiesta al governo italiano e al Vaticano affinche’ con un’opera d mediazione nei confronti degli Stati Uniti, si adoperino per una tregua duratura nella citta’ di Najaf era stata avanzata dal portavoce del leader sciita Al Sadr a Nassiriya, nel corso di un’intervista a un inviato del Tg2. Nell’intervista il portavoce Awas al Khafay aveva sollecitato l’arrivo di un inviato del Papa per fermare gli scontri in atto nella citta’. La risposta del cardinale Sodano al Gr2 fa presumere che la richiesta fatta attraverso i media non abbia poi seguito anche le vie diplomatiche e non sia dunque pervenuta in Vaticano. Il cardinale Sodano ha comunque espresso anche alcune valutazioni della Santa Sede sull’acuirsi della crisi irachena. ”Le uccisioni che si ripetono in questi mesi – ha detto – sono un disonore per l’Islam e per tutto il nobile popolo iracheno. Noi chiediamo il rispetto del carattere sacro delle citta’, ma al contempo condanniamo qualunque forma di violenza”. Una mediazione vaticana nella difficile situazione irachena era stata chiesta nei mesi scorsi, in occasione della lunga detenzione degli ostaggi italiani in Iraq, conclusasi felicemente per tre di loro, ma non per Fabrizio Quattrocchi, assassinato dai rapitori. Anche in quella occasione la Santa Sede, piu’ che alle arti diplomatiche, fece ricorso ai suoi buoni uffici e a un drappello di ecclesiastici ben radicati nella societa’ irachena, primo fra tutti il nunzio a Bagdad Fernando Filoni, praticamente l’unico diplomatico occidentale rimasto in Iraq anche durante la guerra.

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